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La madre della bimba morta dopo parto in casa: “Se fosse nata in ospedale non sarebbe cambiato nulla”

La 37enne di Semonzo di Borso del Grappa, nel Vicentino, difende la scelta del parto in casa dopo la morte della figlia, deceduta per una malformazione congenita poche ore dopo la nascita. “Non è stata la conseguenza di un parto andato male. Non c’è stato alcun problema”, ha detto la donna, che aveva già dato alla luce altre figlie sempre nello stesso modo, respingendo ogni accusa. Sulla vicenda la procura ha aperto un’inchiesta.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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"Se avessi partorito in ospedale non sarebbe cambiato nulla". È la frase che ripete la madre della bimba partorita in casa, a Semonzo di Borso del Grappa per volere degli stessi genitori e morta a seguito di una crisi respiratoria. Un dramma improvviso, inspiegabile, che ha trasformato un parto sereno in un dolore senza misura, e che ha sconvolto la comunità nel Vicentino.

La donna, trentasette anni, aveva già partorito in casa altre quattro volte, sempre con l’assistenza di ostetriche e senza alcuna complicazione. Anche questa volta, tutto sembrava procedere per il meglio: un travaglio breve, nessuna difficoltà, la gioia dell’ennesima nascita vissuta tra le pareti domestiche, come aveva sempre desiderato. Poi, però, il corpicino della neonata ha iniziato a dare segnali di sofferenza. Sono passate appena poche ore, e quella quiete si è dissolta nel panico. I genitori hanno chiamato i soccorsi, l’elicottero del Suem è atterrato nel paese, la bimba è stata trasportata d’urgenza al Ca’ Foncello di Treviso. Ma non ce l’ha fatta: è morta poco dopo l’arrivo, in terapia intensiva.

Eppure, nel cuore di una madre che ha appena perso sua figlia, non c’è spazio per il dubbio. "Non è stata la conseguenza di un parto andato male. Non c’è stato alcun problema" ripete, con una lucidità che sorprende chi la ascolta. "Mia figlia aveva una malformazione congenita che non si sarebbe potuta individuare in nessun modo". Lo ha ribadito anche alla sindaca, Fiorella Ravagnolo, che l’ha raggiunta per portarle conforto a nome della comunità: "Il parto è stato rapido, senza alcuna complicazione — racconta la prima cittadina —. La gravidanza era perfetta, tutti i controlli erano in regola. Solo dopo si è scoperto che la piccola aveva una condizione congenita che ha provocato la rottura di una vena e l’emorragia fatale. Nulla che potesse essere previsto o evitato".

Le parole della madre trovano eco anche nel racconto di undici anni fa, quando la stessa donna era stata intervistata da una rivista specializzata per il suo entusiasmo verso il parto in casa.

Nel parto in casa l’aspetto più pericoloso è la paura — diceva allora —. Devi essere in contatto con te stessa, non puoi delegare. Io non sarei mai andata in ospedale, perché per me è la cattedrale della paura. Una donna che partorisce non è malata".

Una filosofia di vita che oggi, nonostante la perdita più dura, non sembra vacillare.

Domenica notte, come in quella lontana occasione, le contrazioni sono iniziate verso le due, e cinque ore dopo la nascitura era tra le braccia della madre. Sembrava tutto normale: la neonata aveva persino poppato. Poi, all’improvviso, la crisi.

Durante il viaggio in elicottero eravamo tranquille — ha raccontato la madre —. Uno dei medici mi ha mostrato il pollice verso l’alto, come per dire che andava tutto bene".

Una percezione che contrasta con la ricostruzione del Suem, secondo cui la piccola era già in condizioni disperate al momento del trasferimento.

L’inchiesta aperta dalla procura di Treviso dovrà ora chiarire ogni passaggio di quella mattina, raccogliendo la testimonianza delle due ostetriche e i referti medici. Ma per la famiglia non ci sono colpevoli, né rimpianti. Solo il dolore per un destino troppo breve, arrivato senza preavviso.

"Era assistita da due professioniste esperte, e tutto è filato liscio come l’olio" ribadisce la sindaca Ravagnolo, respingendo le polemiche che hanno travolto i genitori e le ostetriche sui social. "Per poter partorire in casa è necessario che la gravidanza sia perfettamente in regola. Tutti i controlli erano stati fatti. È stata una tragedia che poteva accadere ovunque".

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