La lite in famiglia e la corsa sui binari: così sono morti Stefano e Claudio Pannacci, padre e figlio
Claudio Pannacci, il ragazzo di 26 anni travolto e ucciso da un treno insieme a suo padre Stefano, 63 anni, aveva appena avuto un'aspra discussione con la sua famiglia poco prima di uscire di casa e attraversare i binari a Senigallia, all’altezza di via Goldoni, sul lungomare Mameli.
Il giovane – che soffriva di crisi depressive – ha oltrepassato le barriere esterne e si è portato sulla via ferrata con l'intento di togliersi la vita; il padre l'ha inseguito per farlo desistere, ma per i due non c'è stato niente da fare. Intorno alle 21 di mercoledì sono stati travolti da un convoglio proveniente da Ancona, morendo sul colpo.
Alla scena avrebbe assistito – impotente – anche la madre del ragazzo, ex insegnante. I genitori erano separati da anni e si trovavano da alcuni giorni insieme a Senigallia, dove la famiglia Pannacci ha una casa vacanze all’interno di un residence. Prima sono arrivati la madre e il figlio poi, qualche giorno dopo, il papà Stefano.
Claudio – che viveva in Svezia, a Goteborg, dove si era laureato alla Chalmers university of technlogy – soffrisse di crisi depressive e già nel pomeriggio di mercoledì si sarebbe fermato sugli scogli, davanti al mare mosso, prima che la madre lo riportasse a casa. Dopo aver cenato con la famiglia è uscito, sempre in direzione lungomare. Il padre Stefano, docente di scienze al Cavour Marconi Pascal di Piscille, lo ha seguito rincorrendolo quando ha notato che si stava dirigendo verso i binari pare urlando di volerla far finita.
Il macchinista non ha potuto fare niente per evitare l'impatto. Il treno ha colpito prima il padre, che correva lungo i binari, e poi il figlio – che era a una distanza di circa 30 metri – uccidendoli sul colpo. La mamma del 26enne, che intanto li aveva raggiunti, ha assistito alla scena e si è messa a gridare per poi accusare un malore ed essere trasportata in ospedale.
Restano ora da capire quali siano state le motivazioni che hanno spinto Claudio a farla finita: un'ipotesi è che i genitori avrebbero cercato di convincere il figlio a curare i problemi di salute che si erano manifestati negli ultimi tempi. Era già stato ricoverato in Svezia e, all’inizio del mese, si era recato al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Perugia per un forte stato di agitazione.
Lì sarebbe stato sottoposto a una visita psichiatrica. Il 26enne proprio mercoledì avrebbe discusso con i genitori sulle terapie da intraprendere. Prima di farla finita il giovane avrebbe anche manifestato l’intenzione di tornare a Perugia per raggiungere la compagna a casa di una parente.