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Covid 19

La lettera dell’infermiere di Trieste ai no vax: “Qui è l’inferno, venite a vedere”

La lettera di un infermiere di Trieste ai no vax: “Venite a vedere, qui è il nuovo inferno. Rifiutare il vaccino è da scellerati ma noi continueremo a curare tutti”.
A cura di Ida Artiaco
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"Venite a vedere, qui è il nuovo inferno". Comincia così la lettera inviata al quotidiano La Repubblica da un infermiere che coordina il reparto di pneumologia dell'ospedale di Trieste, tra le città più colpite dalla quarta ondata di Covid-19 con un boom di nuovi casi e d'incidenza e, di conseguenza, anche della pressione sul sistema sanitario. Nella missiva si rivolge al popolo dei no vax e a coloro che a metà ottobre sono scesi in piazza proprio nella città del Friuli Venezia Giulia per protestare contro il Green pass, dando vita ad un maxi focolaio. Ostinarsi a non usare il vaccino, si legge nel testo, "è da scellerati", ma nonostante la rabbia, anche se "esausti", nel suo reparto continueranno a curare tutti, non conta quello che il paziente pensi del vaccino.

Poi si l'infermiere si è rivolto direttamente ai No vax in piazza: "Al contrario di coloro che si vantano di non mollare mai, noi non possiamo mollare mai", perché davanti hanno "storie di padri, madri, nonni, figli ai quali dobbiamo stringere la mano nei loro ultimi giorni di vita, persone che, nel momento peggiore si aggrappano solo ai nostri sguardi, dietro una tuta, coperti da maschere e visiere. E questa gente arriva a questo punto a causa di una patologia che oggi, nella gran parte dei casi, si può evitare o per lo meno controllare".

Intanto, la situazione in tutto il Friuli Venezia Giulia continua a peggiorare. Non è un caso che il presidente Massimiliano Fedriga abbia dichiarato oggi che la Regione è a un passo dalla zona gialla. Solo oggi sono stati registrati 355 nuovi contagi con una percentuale di positività dell'11,24%. La sola città di Trieste presenta una incidenza pari 618 casi ogni 100mila abitanti, la più alta d'Italia, ma anche la vicina Gorizia comincia a preoccupare: qui l'incidenza è arrivata a 387 casi ogni 100mila abitanti.

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