La figlia del boss Galatolo: “Lavavo vestiti sporchi di sangue dei latitanti”

Parla da una località segreta dove si trova sotto protezione, Giovanna Galatolo, figlia del boss Vincenzo “Enzo” Galatolo, ex boss dell'Acquasanta. La sua è una famiglia che ha legato inesorabilmente il suo nome alla mafia e al sangue. Lei ha deciso di collaborare con la giustizia andando contro il padre e dalle sue prime rivelazioni è chiaro che il suo apporta alla giustizia sarà determinante per gli inquirenti: “Mio padre comanda ancora dal carcere”. E' il settimanale LiveSicilia a riportare un resoconto dei verbali che Giovanna sta riempiendo in questi giorni. Sono a conoscenza di fatti relativi a Cosa nostra – mette a verbale davanti ai pubblici ministeri Dario Scaletta e Pierangelo Padova – in quanto spesso ascoltavo quanto diceva mio padre con i suoi familiari e i sodali. Io non facevo parte dell'associazione però in diverse occasioni mi sono occupata di ripulire le abitazioni che avevano ospitato latitanti, lavare vestiti di latitanti imbrattati di sangue. Per esempio – prosegue – ricordo che Ciccio Madonia. Ciccio Di Trapani al tempo della loro latitanza spesso frequentavano casa di mio padre”.
Le sue dichiarazioni saranno incluse nel processo che vede alla sbarra Angelo Galatolo (anche lui, come Vincenzo, ritenuto coinvolto nel fallito attentato all'Addaura ai danni di Falcone) e Franco Mineo, ex deputato regionale di Grande Sud e accusato di intestazione fittizia di beni aggravata, peculato, malversazione ed usura. "Oggi le persone più attive all'Acquasanta sono mio padre – ha detto la dichiarante – Stefano Fontana, deceduto da poco, i suoi figli Gaetano, Giovanni e Angelo che spacciano stupefacenti e si dedicano alle estorsioni anche se l'attività estortiva è prerogativa dei Galatolo". In particolare, prosegue la donna, "i figli di Gaetano Galatolo, Angelo e Giovanni, sono organici alla famiglia dell'Acquasanta e sono attivi anche nel settore immobiliare. Mio cugino Angelo, da qualche anno, è attivo anche a Carini. A impartire le direttive è mio padre dal carcere. Lo so per averlo appreso da mia figlia, la quale mi ha riferito che mio fratello Vito ha avuto con lui un colloquio di recente".