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La donna morta in carcere a Torino era in sciopero della fame: “Chiedeva di vedere il figlio di 3 anni”

Susan John, la donna nigeriana di 43 anni morta in carcere a Torino, aveva iniziato lo sciopero della sete e della fame perché voleva rivedere suo figlio di 3 anni.
A cura di Giorgia Venturini
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immagine di repertorio
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Si era sempre dichiarata innocente Susan John, la donna nigeriana di 43 anni morta in carcere a Torino dopo aver iniziato lo sciopero della sete e della fame da quando lo scorso 22 luglio i carabinieri avevano eseguito un'ordinanza di detenzione in cella emessa dal tribunale di Catania. L'accusa era di tratta di essere umani: secondo i giudici la donna era colpevole, poi condannata in via definitiva, di essere coinvolta di un giro di sfruttamento della prostituzione. A denunciare il suo coinvolgimento era stata una connazionale. La 42enne era stata condannata a 10 anni e 4 mesi di carcere e avrebbe finito di scontare la pena nel 2030.

La richiesta di rivedere suo figlio di 3 anni

Una volta in carcere la donna aveva rifiutato cibo e acqua per poter rivedere il figlio di tre anni: il marito stava organizzando un incontro cercando di organizzarsi con i turni al lavoro. Ma la donna è morta prima di poter rivedere il piccolo: il decesso è avvenuto la notte di venerdì a causa di uno squilibrio elettrolitico dovuto alla carenza di liquidi. Tutti gli accertamenti del decesso verranno chiariti con l'autopsia che verrà eseguita nei prossimi giorni.

Un'altra detenuta si è tolta la vita nello stesso carcere

Nello stesso carcere, a poche ore di distanza, anche un'altra detenuta si è tolta la vita: si chiamava Azzurra Campari e aveva 28 anni. La giovane si è impiccata in bagno. La madre di Azzurra, Monica, 50 anni, ha racontato alla sua avvocata: "Aspettavo di incontrarla al colloquio la prossima settimana. Ero molto preoccupata per le sue condizioni: l’ultima volta che ci siamo parlate in  videochiamata mi aveva detto: ‘Mamma non ce la faccio più‘".

La 28enne si trovava in carcere dallo scorso 27 aprile quando era arrivata una condanna per aveva accumulato delle pene per reati come ricettazione, danneggiamento a seguito di incendio e oltraggio a pubblico ufficiale. I furti risalivano al 2013-2014 quando Azzurra aveva problemi di tossicodipendenza. A causa dell'utilizzo di sostanze stupefacenti la 28enne in passato aveva già provato a farsi del male fisico.

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