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Opinioni

La cucina italiana è patrimonio dell’Unesco, peccato che gli italiani non possano più permettersela

Mentre il governo celebra il riconoscimento che “onora la nostra identità” gli italiani fanno i conti con il carovita alimentare: ormai il made in Italy se lo possono permettere solo gli stranieri.
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Mentre il Titanic affondava, l’orchestrina suonava valzer e inni religiosi per calmare le persone. Allo stesso modo, mentre in Italia sempre più persone devono fare i conti con l’aumento dei prezzi degli alimenti e dei ristoranti, il governo celebra il riconoscimento che l’Unesco ha assegnato alla cucina italiana, che da oggi è “patrimonio dell’umanità”. 

“Siamo i primi al mondo ad ottenere questo riconoscimento che onora quello che siamo, che onora la nostra identità. – si gonfia il petto Giorgia Meloni –  Perché per noi italiani la cucina non è solo cibo, non è solo un insieme di ricette”. Bene, bravi, bis. Ma ci sarebbe anche da dire, già che ci siamo, che per gli italiani la cucina sarebbe comunque soprattutto cibo, cibo che scarseggia sempre di più sulle nostre tavole. O che comunque costa sempre più caro.

Ce lo dice l’Istat, quando racconta che nel 2024 gli italiani hanno mantenuto invariata la spesa per i consumi, tagliando tuttavia quella per alimentari e bevande, a causa del sensibile aumento dei prezzi, pari a circa il 2,5%. Un dato, questo, che si somma a quello degli anni precedenti e che, nel giro di quattro anni appena, ha portato a un aumento dei prezzi alimentari di circa 25 punti percentuali, quasi otto punti percentuali in più rispetto all’inflazione generale.

Le cose non vanno meglio quando si mangia fuori casa, peraltro. Un’indagine di Altroconsumo dello scorso anno, infatti, ci racconta che oggi per mangiare in pizzeria spendiamo in media il 16% in più rispetto all’estate 2021. 

Ecco: forse per onorare al meglio la nostra identità servirebbe potersela permettere la cucina italiana. Magari facendo qualcosa affinché gli stipendi si adeguino al crescente costo della vita, ad esempio.

Altrimenti, come ormai accade sempre più spesso, il made in Italy finisce per essere un bene di lusso che gli italiani non si possono più permettere. Vale per i vestiti, per le località turistiche, per le case in città sempre più in mano al mercati degli affitti brevi, e ora pure per una pizza.

Insomma, l’Italia è diventata il patrimonio del resto dell’umanità, quella più ricca di noi.

Triste nemesi, per il governo dei patrioti.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019) e"Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024). Il suo ultimo libro è "Il nemico dentro. Caso Paragon, spie e metodi da regime nell'Italia di Giorgia Meloni" (Rizzoli, 2025)
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