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La bimba cinese “dice ‘glazie, plego’ e ‘facciamo plesto’”, polemica sulle frasi di un libro di scuola

Il passaggio, presente nel libro Leggermente plus, sussidiario dei linguaggi, dedicato ai bambini delle ultime classi delle scuole elementari, non è sfuggito all’attenzione della giornalista Ilaria Maria Sala e alla professoressa dell’Università Cattolica di Milano, Lala Hu, che ha condiviso l’estratto su Twitter. E innescato la polemica. “Con questo tipo di narrazione, continueremo a vivere di pregiudizi e discriminazione”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Dice ‘glazie, plego‘ e anche ‘facciamo plesto', e non si offende mai quando la prendiamo in giro". Stanno facendo discutere alcune frasi contenute sul libro di testo "Leggermente plus", dedicato agli alunni delle ultime classi delle scuole elementari, e segnalate dalla giornalista Ilaria Maria Sala e dalla professoressa dell’Università Cattolica di Milano, Lala Hu, che ha condiviso l’estratto su Twitter. E il post è diventato subito virale, scatenando numerosi commenti.

La dottoressa Hu, oltre ad evidenziare che i bambini nel momento in cui vengono bullizzati subiscono un trauma, elenca una serie di "stereotipi sui bambini di origine cinese, come esser bravi in matematica". Elementi che "rappresentano una mentalità retrograda, talvolta sessista e razzista", legati presumibilmente "all’assenza di diversity nel settore editoria". E prosegue: "Con questo tipo di narrazione, continueremo a vivere di pregiudizi e discriminazione", ha poi aggiunto Hu tramite un altro tweet.

Alla dottoressa Lala Hu tramite il Corriere della sera ha replicato Stefano Cassanelli, editore del libro incriminato: "Sono esterrefatto. Ammetto che nel testo ci possano essere stereotipi sulla cultura orientale, ma a quel punto i rilievi andrebbero fatti all'autrice del libro, che è Paola Reggiani, che ha scritto ‘Duccio e il mostro della musica telepatica', edito da Feltrinelli nel 2013, come noi riportiamo correttamente alla fine del brano". L'editore, quindi, spiega che "il testo è stato inserito nel volume Leggermente in quanto è il diario di un bambino, e il nostro intento era proporre delle attività sul diario, appunto: estrapoliamo brani di letteratura che possano aiutarci a far comprendere i concetti relativamente ai generi letterari presentati".

Stefano Cassanelli, quindi, non ci sta che un suo libro venga marchiato: "Ora che qualcuno, decontestualizzando completamente una frase dal resto del brano possa accusarci di fare apologia del bullismo, o di non avere empatia per i bambini bullizzati, come fa la professoressa, per me è inaccettabile e offensivo". Già in passato, per altro, i volumi Giunti sono stati messi sotto accusa: "Quando ci sono stati casi di testi effettivamente vecchi e discutibili, o quando ci sono stati errori, siamo stati i primi ad ammettere le nostre responsabilità e a intervenire. Ma in questo caso faccio fatica a trovare il problema". Infatti, come spiega Cassanelli, "il testo parla di un bambino che è innamorato della bambina cinese, e la racconta con leggerezza da bambino".

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