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L’Italia sempre più vecchia

Gli ultimi dati del rapporto sullo stato di salute del paese diffusi dal Ministero della Sanità, parlano di un’Italia in cui l’incremento della speranza di vita e la progressiva diminuzione della mortalità hanno fatto in modo che si viva di più e più a lungo.
A cura di Nadia Vitali
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Gli ultimi dati del rapporto sullo stato di salute del paese diffusi dal Ministero della Sanità, parlano di un'Italia in cui l'incremento della speranza di vita e la progressiva diminuzione della mortalità hanno fatto in modo che si viva di più e più a lungo.

Al raggiungimento del «traguardo storico» dei sessanta milioni di abitanti, il 20,3% della popolazione italiana ha più di 65 anni: questo è il primo dato che emerge dalla relazione sullo stato di salute del paese 2009/2010, presentata ieri dal Ministro della Sanità Renato Balduzzi. L'Italia è ai primi posti nel mondo per la speranza di vita con una media di 78,8 anni per gli uomini, terzi dopo islandesi e svedesi, e 84,1 per le donne, che seguono le spagnole e le francesi; in particolare, tra le regioni italiane, la più alta si registra nelle Marche, la più bassa in Campania. Ma al record di longevità corrispondono anche lunghissimi anni passati affetti da disabilità, con una media molto più più alta di quella europea.

A partire dal 1980, la mortalità in Italia si è quasi dimezzata, creando dunque un allungamento medio della vita, calando tra il 2001 ed il 2008 del 13% per gli uomini, dell'11% per le donne, del 22% per i bambini e del 24% delle bambine. Tra le cause di morte, spiccano ancora le malattie legate al sistema cardiocircolatorio ed i tumori, anche se va rilevato come, a partire dagli anni '90, la mortalità per cancro si sia ridotta del 20% per gli uomini e del 10% per le donne. La parte di popolazione più anziana muore soprattutto a causa delle malattie cardiovascolari, mentre gli over 45 sono le vittime maggiormente colpite dal tumore.

Tra i 15 ed i 44 anni, la prima ragione di morte per gli uomini sono le cause violente, in primo luogo gli incidenti stradali, mentre per le donne è ancora il tumore, in particolar modo quello al seno. Incidenti stradali sono anche al primo posto tra le cause di morte per gli under 20 rispetto ai quali si nota anche un allarmante 9% dei decessi dovuto a suicidi.

Il capitolo dell'attività fisica dipinge un quadro dell'Italia poco lusinghiero: la mancanza di movimento incide notevolmente su malattie croniche quali disturbi cardiaci e diabete, contribuendo a più di tre milioni di morti annue che potrebbero essere evitate; oltre ad essere pigri, gli italiani amano ancora parecchio le sigarette che, ogni anno, uccidono tra le 70 000 e le 83 000 persone. Inoltre l'allarmante aumento di obesità, sia tra gli adulti che tra i bambini, è strettamente correlato all'inattività fisica.

Interessante è notare come per tutto l'anno 2010 la differenza tra nascite e decessi abbia fatto registrare saldo negativo: in particolare al Nord e al Centro, muore più gente di quanta ne venga alla luce. E così il paese continua inevitabilmente nel suo processo di invecchiamento, mentre sempre meno italiani hanno voglia di mettere al mondo figli.

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