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“Io, dislessica, venivo considerata l’ultima della classe ma ce l’ho fatta a laurearmi: ho vinto io”

Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di Martina: “Sono felicemente dislessica. A scuola venivo vista sempre come l’ultima della classe, mi dicevano che non sarei stata in grado di finire l’Università. Invece sono riuscita a realizzare il sogno di laurearmi, vincendo prima di tutto la battaglia con me stessa”.
A cura di Redazione
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Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una lettrice:

"Mi chiamato Martina, abito a Vignanello, in provincia di Viterbo e sono felicemente dislessica.

Il nostro è un mondo complesso che non tutti capiscono perché agli occhi degli altri appariamo sempre diversi. Sono sempre stata convinta che ognuno di noi ha degli ostacoli da superare, oltrepassarli alcune volte può sembrare difficile, almeno così è stato per me.

Fin da piccola ho avuto un mostro dentro di me, come un buco nello stomaco, nato dalla mia dislessia e dalle diverse difficoltà di apprendimento che ho avuto fin dalla prima elementare. In tutti questi anni mi sono sempre sentita dire che ero una ragazza intelligente ma molto pigra e che non si applicava abbastanza. A scuola venivo sempre vista come l’ultima della classe, prendendo sempre una sufficienza scarsa, uscendo sempre con il minino della votazione, e venendo anche trascurata sia dai professori che dai compagni.

Dentro di me provavo tanti stati d’animo negativi, non trovando nemmeno le parole per descrivere l’emozione giusta. Ho deciso di iscrivermi all’università nonostante mi sia sentita dire che sarebbe stata troppo difficile per me, ma la mia voglia di fare è sempre stata tanta, così ho iniziato un percorso triennale che si è rilevato bellissimo. Da quel momento il buco nello stomaco che avevo ha incominciato a riempirsi di sensazioni belle, di sacrifici ripagati e di soddisfazioni.

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Ho incominciato analizzando me stessa e mettendo in atto tutte le mie potenzialità arrivando a questo giorno speciale. Purtroppo non tutti gli studenti dislessici credono nei loro sogni, molti di loro si sentono demoralizzati o per un voto o per un professore o semplicemente perché provano delle emozioni che impediscono loro di affrontare l’anno serenamente. Io in prima persona so che sono state tante le difficoltà che ho avuto nell’arco dei miei anni scolastici, e dietro ogni mia difficoltà c’è sempre stata un’emozione.

Mi è sempre stato detto che  il liceo non era per me e che non sarei stata in grado di poter fare l’università, ma nonostante lacrime e momenti di sconforto, sono andata sempre avanti per la mia strada. Se c’è una cosa che ho capito nel mio percorso di studi è che essere un DSA non significa perdere a tavolino, ma avere le stesse capacità degli altri e per vincere qualsiasi battaglia basta trovare la propria strategia. Grazie alla dislessia oggi ho vinto la battaglia più grande, ovvero quella con me stessa, arrivando a raggiungere il mio sogno più grande: diventare una futura educatrice".

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