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Influenza, il professor Rezza: “Virus H1N1 dominante, può dare polmoniti anche nei giovani”

Lo scienziato ha precisato che il virus “può dare, in rari casi, polmonite interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli anziani, può assumere frequentemente un certo livello di pericolosità”.
A cura di Davide Falcioni
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Il virus influenzale H1N1, ora dominante, "deriva da quello cha aveva causato la pandemia nel 2009 e, come tutti i virus influenzali, ha subito piccoli cambiamenti nel corso degli anni". A dirlo Gianni Rezza, epidemiologo, docente di Igiene all'università San Raffaele di Milano e già a capo del dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute e di quello di Malattie infettive dell'Iss.

Lo scienziato ha precisato che il virus "può dare, in rari casi, polmonite interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli anziani, può assumere frequentemente un certo livello di pericolosità". Al momento, ha aggiunto l'epidemiologo, "credo che siamo vicini al picco, ma ci vorrà del tempo prima che la stagione finisca. Per i fragili che non si sono ancora vaccinati, siamo in ‘Zona Cesarini': sarebbe saggio vaccinarsi adesso per proteggersi in questa coda della stagione".

Già la scorsa primavera, spiega Rezza, "c'erano segnali che il virus dell'influenza A/H1N1, che abbiamo conosciuto con la pandemia di suina nel 2009, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella stagione influenzale di quest'anno. Nella stagione influenzale dello scorso anno il virus A/H3N2 era stato predominante. Ma verso la fine della stagione è stato progressivamente sostituito dal virus influenzale A/H1N1. Si è verificata quella che viene chiamata ‘herald wave', un'ondata d'annuncio, che ci diceva che questo virus avrebbe circolato quest'anno". L'affidabilità dell'annuncio è stata poi confermata dall'andamento dell'influenza nell'emisfero Sud, dove si è registrata una stagione molto intensa, con una forte presenza di H1N1: in Australia, per esempio, ha causato più della metà dei casi. Ora in Italia, è stato rilevato in oltre il 95% dei campioni analizzati e tipizzati dai laboratori afferenti alla rete di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità.

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