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“Indotto al suicidio dai bulli”, 5 rinvii a giudizio a Foggia per la morte di Marco Ferrazzano

Cinque giovani di età compresa tra i 21 e i 24 anni sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino, al termine dell’udienza preliminare del procedimento relativo alla morte di Marco Ferrazzano, morto suicida nel gennaio 2021.
A cura di Davide Falcioni
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Cinque giovani di età compresa tra i 21 e i 24 anni sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino, al termine dell’udienza preliminare del procedimento relativo alla morte di Marco Ferrazzano, il ragazzo foggiano che potrebbe – almeno secondo l'ipotesi accusatoria – essere stato indotto al suicidio a causa delle pesanti vessazioni subite da alcuni coetanei. Nel gennaio del 2021 il 29enne fu trovato senza vita sui binari della ferrovia. Dei sei imputati solo uno ha chiesto e ottenuto un patteggiamento (1 anno di reclusione e 600 euro di multa); gli altri invece non hanno avanzato nessun’altra richiesta di riti alternativi. Tra loro, anche Antonio Bernardo e Antonio Pio Tufo, attualmente detenuti e in attesa di giudizio per la  violenta rapina al bar Gocce di Caffè, all’esito della quale fu gravemente ferito il titolare, Francesco Paolo Traiano, morto dopo 23 giorni di agonia.

In relazione alla morte di Marco Ferrazzano il rinvio a giudizio era stato richiesto dalla Procura dopo aver condotto approfondimenti per capire il contesto in cui era maturato il suicidio. "Questa vicenda nasce da una tragedia umana, il suicidio di un ragazzo", ha spiegato nelle sue conclusioni il pm Marco Gambardella. "Sul punto, la Procura aveva avviato una indagine rapida, tesa a chiarire i motivi che potessero aver scatenato il tragico gesto". Sono emerse prove “che impongono un approfondimento dibattimentale, ritenendo Marco Ferrazzano vittima di atti persecutori, ovvero bullismo", ha concluso. Dello stesso avviso i patroni di parte civile, gli avvocati Pio Giorgio Di Leo e Antonio Cozza, mentre le difese degli altri indagati avevano richiesto il non luogo a procedere. La prima udienza del processo a carico dei cinque imputati è prevista a settembre: dovranno rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dagli atti persecutori aggravati al cyber-bullismo, dalla truffa alla diffamazione.

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