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Covid 19

Indice Rt superiore a 1 in 5 Regioni: ecco i valori in tutta Italia

L’ultimo monitoraggio di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità evidenzia come siano 5 le Regioni italiane con un indice di trasmissibilità Rt superiore a 1: si tratta di Sardegna, Puglia, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, a cui si aggiunge la provincia di Trento. Andiamo a vedere i dati Regione per Regione.
A cura di Stefano Rizzuti
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Indice Rt superiore a 1 per 5 Regioni più la provincia autonoma di Trento. I dati dell’ultimo monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità evidenziano quali sono le Regioni con un indice di trasmissibilità più alto e al di sopra della soglia di 1. Il valore più alto è quello della provincia di Trento, con 1.58. Poi c’è la Sardegna a 1.41, la Puglia a 1.21, la Liguria a 1.13 e Friuli Venezia Giulia e Abruzzo a 1.02. Il valore più basso è invece quello che si registra in Molise, con 0.27, seguito dal Lazio a 0.52. L’indice in Italia si attesta a 1,14. La scorsa settimana le Regioni sopra la soglia di 1 erano quattro: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Toscana.

L’indice Rt Regione per Regione

Andiamo a vedere quali sono i valori dell’indice Rt in ogni singola Regione, stando al report di ministero della Salute e Iss:

Abruzzo: 1,02

Basilicata: 0,55

Calabria: 0,87

Campania: 0,61

Emilia-Romagna: 0,88

Friuli-Venezia Giulia: 1,02

Lazio: 0,52

Liguria: 1,13

Lombardia: 0,87

Marche: 0,84

Molise: 0,27

Piemonte: 0,93

Bolzano: 0,71

Trento: 1,58

Puglia: 1,21

Sardegna: 1,41

Sicilia: 0,96

Toscana: 0,95

Umbria: 0,77

Valle d’Aosta: 0,59

Veneto: 0,86

Rezza: aumento casi per sesta settimana consecutiva

Il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, Giovanni Rezza, commenta i dati pubblicati oggi: “Per la sesta settimana consecutiva aumenta il numero di casi Covid-19 nel nostro Paese anche se l'indice Rt si mantiene di poco superiore a 1. Sono molti i focolai segnalati in diverse regioni italiane anche se sta diminuendo il numero di questi causati da rientri da aree turistiche”. Ma Rezza sottolinea che “aumenta purtroppo l'età alla diagnosi (che ora è di circa 35 anni), il che sta a significare l'inizio di una trasmissione intrafamiliare”.

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