334 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

In Sicilia un lago si è completamente prosciugato: “È un disastro”. La Regione avvia un’indagine

La diga Sciaguana si trova in provincia di Enna: secondo i rilievi della Regione Siciliana, che avrebbe il compito di occuparsene, al primo maggio conteneva oltre due milioni di metri cubi di acqua. Adesso il fondo dell’invaso è completamente secco. “Le paratie sono rotte da un anno”, dice un lavoratore della struttura. A Palermo l’assessora competente ha annunciato l’apertura di un’indagine interna.
A cura di Luisa Santangelo
334 CONDIVISIONI
Come si presenta oggi il lago Sciaguana, in provincia di Enna
Come si presenta oggi il lago Sciaguana, in provincia di Enna

In Sicilia si soffre la siccità ma i laghi spariscono. In Sicilia succede che dove per trent'anni c'è stato un invaso artificiale, una diga che creava un lago ad Agira, in provincia di Enna, adesso c'è solo una distesa di fango secco e di carcasse di pesci morti. E nessuno riesce a spiegarsi per certo cosa sia accaduto. Non ci riescono le associazioni ambientaliste e non ci riescono i pescatori sportivi, uniti in una lotta per cercare la verità e fare sì che non accada anche altrove. Per il momento, non riesce a capire neanche la Regione Siciliana, che quello specchio d'acqua avrebbe dovuto gestirlo e preservarlo. "Le paratie sono rotte da un annetto", dice a Fanpage.it un dipendente in servizio alla diga. Una paratia è una sorta di saracinesca che serve a regolare l'acqua all'interno dei laghi artificiali: quando si apre, l'acqua defluisce. In questo caso, si reimmette nel corso di un vecchio torrente. "In un anno circa si sono persi sette metri di acqua dolce", continua il lavoratore alzando le spalle.

Il lago Sciaguana è un invaso artificiale di modeste dimensioni, nel cuore della provincia di Enna: il volume totale di acqua che può contenere è di 11,3 milioni di metri cubi, per un'altezza di 42 metri. Il tutto in Sicilia centrale, un luogo "ad accertato rischio desertificazione", ricorda Ennio Bonfanti, presidente della sezione del Wwf di quella zona. Per arrivare a Sciaguana bisogna imboccare una serie di strade provinciali battute per lo più da trattori: le automobili si affossano e fanno fatica in mezzo a sentieri in cui l'asfalto è un'onda dopo l'altra. Così finisce che quel lago lo frequenta solo chi lo conosce, soprattutto i pescatori sportivi che in quelle acque trovano anche il raro (e da tutelare) luccio italico. Così la scorsa settimana c'è andato Vincenzo Foti, appassionato di pesca della zona, che si aspettava di ritrovare il "paradiso azzurro" già conosciuto. E che invece ha trovato al suo posto un paesaggio desertico.

Immagine

La maggior parte delle dighe siciliane soffre da tempo. A dare un'occhiata ai dati diffusi dalla Regione Siciliana sui volumi negli invasi dell'Isola c'è da preoccuparsi: le linee dei grafici sono per la maggior parte in discesa. E Sciaguana non fa eccezione: dal 2018 all'1 maggio 2021 si sono persi oltre sette milioni di metri cubi d'acqua. Un'enormità. Ma dall'1 maggio a oggi un'accelerazione deve esserci stata: perché i grafici della Regione indicano la presenza, all'inizio di questo mese, di ancora oltre due milioni di metri cubi di acqua. Che, al momento, sono spariti e hanno lasciato il posto a un fondo diga secco e calpestabile. Al centro, sotto al pilone principale, in corrispondenza di dove ci sono le paratie, c'è ancora un po' di acqua torbida. È in mezzo a quella che qualche pesce ancora salta e qualche anguilla resta a strisciare, alla ricerca di un po' di umidità per sopravvivere.

Il vento trasporta un tanfo insopportabile di animali marci che si decompongono sotto il sole cocente della Sicilia più brulla. "Stiamo parlando di acqua, uno dei beni più preziosi in quest'Isola", ricorda Arturo Mannino, giovane ittiologo, fondatore del gruppo Facebook che raccoglie le segnalazioni e lo sconforto degli appassionati. Perché oltre agli animali morti, a un ecosistema trentennale distrutto e al danno ambientale, c'è il tema dell'agricoltura e della pastorizia: sul letto della diga avanzano mucche in cerca di acqua. E tra poco, quando il caldo sarà insopportabile, allevatori e coltivatori chiederanno al Consorzio di bonifica, l'ente regionale che gestisce la distribuzione dell'acqua della diga, di poterne ricevere un po' per non perdere per sete bestiame e raccolti. Quando accadrà, tra Regalbuto, Agira e Catenanuova non ci sarà a chi chiedere aiuto.

"Al momento è in corso un'indagine da parte degli uffici del Dipartimento dell'acqua e dei rifiuti. È stato avviato un procedimento per verificare le responsabilità dello svuotamento dell'invaso della diga di Agira", dice l'assessora regionale all'Energia Daniela Baglieri. In altri termini, perfino i vertici politici di Palermo non hanno idea di cosa sia accaduto. Eppure il governatore Nello Musumeci aveva fatto dell'attenzione alle dighe, fondamentali in un'Isola in cui la pioggia – anche d'inverno – è più miraggio che certezza, un suo punto di forza. Nonostante questo, alcune possono addirittura prosciugarsi. Il piano operativo del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 del ministero delle Infrastrutture prevedeva per Sciaguana un milione di euro: nella scheda che la riguarda, il Mit segnalava: "l’inefficienza di buona parte della strumentazione di controllo, nonché per la mancata manutenzione straordinaria agli organi di scarico". "È un disastro – dicono tutti gli appassionati – Com'è possibile che, nel 2021, possa prosciugarsi un lago senza che nessuno si accorga di niente?". Ma evidentemente qualcuno si accorgeva, perché per chi era a lavoro lì la perdita non era una novità da almeno un anno.

334 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views