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Picchiate a bottigliate mentre chiedevano l’elemosina per i “guadagni insufficienti”: arrestate 2 persone

Due uomini sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere a Bologna con l’accusa di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù nei confronti di tre donne arrivate dalla Romania con la promessa di un lavoro onesto. Una volta giunte nel nostro Paese, erano state costrette a svolgere attività di accattonaggio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Polizia di Bologna ha eseguito la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone accusate di tratta di essere umani e riduzione in schiavitù nei confronti di due donne costrette a chiedere l'elemosina in strada. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due giovani ora in carcere avevano promesso a due sorelle di origini rumene di aiutarle a trasferirsi in Italia per svolgere il ruolo di domestiche, ma una volta arrivate nel nostro Paese entrambe erano state costrette all'accattonaggio in strada per poi consegnare l'intero provento agli aguzzini.

Le due donne hanno denunciato tutto alle forze dell'ordine ormai stanche dei maltrattamenti subìti. In più occasioni, a causa di un guadagno giudicato "inadeguato", entrambe erano state violentemente picchiate e minacciate di ritorsioni nei confronti dei familiari ancora in Romania.

Durante le indagini, le forze dell'ordine hanno individuato anche una terza vittima inquadrata in un video delle telecamere di videosorveglianza del centro cittadino di Bologna. La donna, come si può notare dalle immagini, è stata aggredita con una bottiglia di vetro mentre stava chiedendo l'elemosina.

La vittima delle percosse, ascoltata dalle autorità, ha raccontato di essere giunta in Italia da alcuni anni con la speranza di un lavoro onesto. A causa dello stato di totale indigenza, aveva accettato l'aiuto offerto dai due indagati ma poi, una volta arrivata nel nostro Paese, era stata costretta a svolgere attività di accattonaggio per cedere loro i proventi della giornata.

Fondamentale per le indagini anche la testimonianza di una cittadina bolognese che alle forze dell'ordine ha raccontato di aver visto in diverse occasioni i segni delle percosse subìte dagli aguzzini sul volto e sulle braccia dell'ultima vittima individuata.

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