In coma dopo l’incidente, si sveglia e torna alle gare: “Mi dissero non camminerai più”

Lo schianto, la corsa in ospedale, i medici che gli danno poche speranze, il coma tra la disperazione dei familiari e degli amici, ma poi il risveglio, la lenta riabilitazione e incredibilmente il ritorno anche alle gare di nuoto. È la storia di Ruben Golfrè, all'epoca dell'incidente 24enne promessa del nuoto che ora a 26anni è tornato a gareggiare nei campionati amatori con la sua squadra. Come racconta L'Arena, lui che è stato ad un passo dalla morte ha deciso di ricordare a se stesso il motto "Quello che non uccide fortifica", che si è fatto tatuare sul lato sinistro del dorso, ma lo ha voluto ricordare anche agli altri. "Senza la mia testardaggine sarei ancora in ospedale, lo dico per tutti quelli che stanno affrontando un percorso difficile" ha raccontato infatti il ragazzo che lavora come metalmeccanico in una ditta del Veronese. Nonostante porti ancora i segni di quel terribile schianto del luglio 2012, quando al ritorno dal lavoro in motorino si scontrò con un'auto che agli tagliò la strada, Ruben grazie alla forza di volontà e anche alla famiglia e alla fidanzata è riuscito a mettersi in piedi anche se i medici gli davano poche speranze.
"Mi sono risvegliato il primo agosto. Straparlavo, tanti erano i medicinali che avevo in corpo, non ricordo nulla della terapia intensiva. Non ero più in grado di gestire il mio corpo e non ne capivo il motivo. I miei familiari e la mia ragazza mi hanno spiegato gradualmente cosa era successo, ma solo dopo mesi ho capito la gravità e le conseguenze di quell'incidente" racconta il ragazzo al giornale. "Un medico mi disse: non camminerai più. Nell'incidente infatti avevo fratturato una vertebra con schiacciamento di altre: sentivo le gambe, ma non riuscivo a stare in piedi. Invece eccomi. Senza la mia testardaggine sarei ancora in ospedale" ha concluso il ragazzo.