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Imola, travolge col suv un uomo dopo il furto di un cellulare: condannato per omicidio preterintenzionale

Vincenzo Iorio, il 43enne imolese accusato di omicidio volontario per aver investito con il suo fuoristrada Mohamed Amine El Fatine, 34 anni, è stato condannato a sei anni e due mesi per omicidio preterintenzionale.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO 17/12/2021: È stata ridotta la pena per Vincenzo Iorio, accusato di aver investito con la propria auto e causato la morte di Mohamed Amine El Fatine, marocchino di 24 anni, il 5 gennaio 2020 a Imola. Davanti alla Corte di assise di appello di Bologna è stato accolto un concordato tra la Procura generale e la Difesa, una sorta di patteggiamento nel processo di secondo grado, con il quale la difesa ha rinunciato a parte dei motivi d'appello a fronte della riqualificazione dei fatti: la pena è passata da otto anni e due mesi a sei anni e due mesi, e il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

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Vincenzo Iorio, l'uomo imolese di 43 anni accusato di omicidio volontario per aver investito con il suo fuoristrada Mohamed Amine El Fatine, 34 anni, si è difeso nel corso dell'interrogatorio davanti al pubblico ministero titolare dell'inchiesta spiegando che non voleva assolutamente ucciderlo, ma soltanto fermarlo per fargli capire che doveva lasciare stare il figlio e smetterla di minacciarlo. L'uomo, come spiegato dal suo avvocato Luca Sebastiani, è sconvolto. "E' sotto choc", ha detto l'avvocato. Il 43enne avrebbe travolto quel ragazzo in una via piuttosto buia e in preda a una forte agitazione.

Tra Iorio e El Fatine c'era da giorni molta tensione: il 34enne aveva infatti rubato il telefono cellulare del figlio, 24 anni, minacciandolo ripetutamente. Dopo il furto Iorio era andato a cercare lo straniero e tra i due era nata una rissa. La vicenda però non si è chiusa con la scazzottata: domenica sera infatti il ragazzo aveva telefonato a suo padre riferendogli di essere stato nuovamente minacciato di morte dal marocchino, che aveva incontrato casualmente nel centro di Imola. A quel punto Iorio sarebbe andato su tutte le furie. Secondo l'avvocato ci sarebbero state delle minacce di morte e il 43enne, preoccupato che potesse accadere qualcosa di grave al figlio, si era messo a cercarlo.

A quanto pare da giorni Iorio stava raccogliendo testimonianze di altri ragazzi che avevano avuto problemi con El Fatine per sporgere denuncia. Dopo aver investito El Fatine l'arrestato è andato ad autodenunciarsi in commissariato e, dopo aver investito il 24enne, ha chiamato subito i soccorritori del 118. "Attendiamo con serenità lo sviluppo delle indagini e poi valuteremo la strategia da adottare".

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