Il veterinario-cacciatore che uccise leone muore in una battuta di caccia

E’ morto proprio mentre cacciava Luciano Ponzetto, 55 anni di Orio Canavese (Torino), salito alla ribalta delle cronache nel novembre dell’anno scorso, per aver pubblicato una foto con un leone appena ucciso. L’uomo è rimasto ucciso in Val Soana dopo essere precipitato in un dirupo profondo un centinaio di metri nel vallone del Rio Giassetto, a circa 2000 metri di altitudine, a nord di Piamprato verso il Colle delle Oche, nel comune di Valprato Soana. Sarebbe scivolato su una lastra di ghiaccio cercando di recuperare un camoscio appena abbattuto. Quando sono intervenuti i sanitari per soccorrerlo, era ormai troppo tardi.
Secondo le ricostruzioni, Ponzetto era in compagnia di un altro uomo durante la battuta di caccia. Si sarebbe allontanato oltre una balza rocciosa per inseguire la preda: il terreno ghiacciato gli sarebbe stato fatale e, nonostante calzasse i ramponi, lo scivolone ne ha provocato la caduta e la conseguente morte a causa dei traumi riportati. La persona che era in sua compagnia aveva subito dato l’allarme contattando una conoscente che a sua volta si era messa in contatta con Centrale Operativa del SASP. Sul posto è stato inviato un elicottero che aveva individuato la salma già priva di vita. Con l’aiuto degli operatori della Stazione SASP di Valprato Soana, il cadavere era stato prelevato e consegnato ai Carabinieri per gli accertamenti di rito. Il corpo era stato poi ricomposto nelle camere mortuarie dell’ospedale di Cuorgnè, per gli adempienti spettanti all’Autorità Giudiziaria.
Ponzetto era molto conosciuto nella zona per il suo lavoro da veterinario. Sui social però erano diventato famoso per la pubblicazione su Facebook dei suoi “trofei” di caccia (oltre al leone, anche un elefantino ucciso, a cui erano seguite le fotografie di un leopardo e di un camoscio) e per questo motivo era stato più volte minacciato di morte, da privati o gruppi animalisti, tanto da vedersi costretto a chiudere il suo profilo su suggerimento dei carabinieri. Quella vicenda lo aveva poi portato anche a lasciare il ruolo di direttore sanitario del canile di Caluso. Nei mesi scorsi era stata divulgata una petizione, da parte di alcuni colleghi veterinari del Torinese, per chiedere la sua radiazione dall’Albo. Ponzetto aveva provato a difendersi: “Io ho il massimo rispetto per gli animali e non ho commesso nessun illecito né di natura amministrativa né deontologica”.