Il termovalorizzatore di Parma è acceso, ma le polemiche non si arrestano

Il termovalorizzatore di Parma ha iniziato a bruciare i primi rifiuti per le prove di combustione. Nonostante Beppe Grillo avesse detto che per fare l’inceneritore si doveva passare sul cadavere di Federico Pizzarotti, alla fine quello che è divenuto il simbolo della divisione, su questioni ambientali, tra cittadini, autorità e governo, è entrato in funzione. Il Movimento 5 Stelle, nella persona del primo sindaco della storia dei "grillini", ha giurato a più riprese guerra a oltranza contro l’impianto, mentre i cittadini in pieno accordo sono scesi diverse volte in piazza. Anche oggi, un gruppo di manifestanti dell'Assemblea Permanente contro l'inceneritore ha stazionato fin dalle prime ore della mattina davanti ai cancelli dell'impianto Iren di Ugozzolo, per bloccare eventuali camion di rifiuti in arrivo.
L'emergenza rifiuti -si legge in una nota dell'Assemblea Permanente- e la proliferazione di impianti mortiferi come inceneritori, gassificatori e discariche su tutto il territorio attestano l'insostenibilità di un modello di sviluppo che fa del saccheggio di diritti e risorse il suo paradigma costituente. Impianti che celano un vero e proprio attentato alla democrazia, escludendo di fatto le comunità locali dai processi decisionali che interessano i propri territori, e creando quelle lacerazioni nel tessuto socio-economico, sede di incubazione per speculazioni ambientali ed ecomafie. Questo impianto, pianificato e fortemente voluto dagli ambienti politici e finanziari bipartisan (PD e PDL in primis), uniti in un connubio di interessi e poteri, è figlio di una partitocrazia malata e di un settore economico deviato, fatti di speculazioni a danno dei cittadini che ripagheranno il debito attraverso le tariffe dei servizi.
Una frecciata per la novella amministrazione a cinque stelle, che della promessa di chiusura dell'impianto aveva fatto il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, salvo poi rimanere imprigionata nella selva di vincoli burocratici legati al pagamento di sanzioni amministrative. La risposta del Comune è comunque arriva in tardata mattinata: "La manifestazione dei cittadini contro la scelta politica di bruciare i rifiuti è assolutamente legittima. La Giunta però è chiamata a risolvere la questione nelle sedi istituzionali. Non è con una sua presenza questa mattina che si dimostra l'impegno per una nuova politica dei rifiuti. Il Comune continua e continuerà il suo sforzo per arrivare a una nuova gestione del trattamento dei rifiuti".
In un lungo post su Facebook Pizzarotti aveva già commentato le polemiche sull'avvio dell'impianto. "L'inizio delle attività – ha scritto – pur con un balletto di date e di mancate comunicazioni, era stato annunciato da tempo. Non c'era quindi la necessità di aggiungere nulla. Il nostro percorso per una diversa gestione dei rifiuti continua". Quindi lo sfogo: "C'è chi dall'opposizione e da altri partiti ironizza su temi delicati per il futuro della città e della sua immagine nella food valley, come quello dell'inceneritore. Chi ironizza – gli stessi che l'inceneritore l'hanno fortemente voluto – non ha ben chiaro di come questa amministrazione si sia spesa, e si sta spendendo, per una nuova frontiera politica della gestione rifiuti". E il primo cittadino di Parma punta il dito contro l'opinione pubblica che "si è svegliata solo in campagna elettorale o in occasione di alcune manifestazioni. Questa esperienza ci deve insegnare che è necessario essere vigili sulle trasformazioni che accadono intorno a noi, tenendoci pronti ad impegnarci in prima persona".