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Covid 19

Il papà di Katia, morta di Covid a 29 anni: “Si sarebbe dovuta vaccinare a fine agosto”

Katia Lamberti, la 29enne morta improvvisamente il giorno di ferragosto al pronto soccorso dell’ospedale di Lido di Camaiore dopo aver contratto il Covid-19, avrebbe dovuto vaccinarsi alla fine di agosto. A rivelarlo è stato suo padre Alfonso, che ha lanciato un appello ai giovani: “Vaccinatevi, perché è importante”.
A cura di Davide Falcioni
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Katia Lamberti, la donna di 29 anni morta improvvisamente il giorno di ferragosto al pronto soccorso dell'ospedale di Lido di Camaiore dopo aver contratto il Covid-19, avrebbe dovuto vaccinarsi nei prossimi giorni, alla fine di agosto. A rivelarlo è stato suo padre Alfonso che, a quattro giorni dalla tragedia, ha lanciato un appello soprattutto ai giovani: "Vaccinatevi, perché è importante. Mia figlia era preoccupata quando toccavamo l’argomento vaccino, ma non abbiate dubbi". La donna, infatti, non si era ancora vaccinata: dopo essere risultata positiva al coronavirus insieme al suo fidanzato era rimasta in isolamento domiciliare per una settimana accusando solo lievi sintomi. Domenica, giorno di ferragosto, ha però avuto un improvviso malore perdendo conoscenza e non riacquistandola più neppure dopo le manovre rianimatorie dei medici, che per oltre un'ora hanno disperatamente cercato di strapparla alla morte.

La famiglia di Katia ha deciso ora di provare a fare piena luce e verificare se la morte della 29enne poteva essere evitata. Stando a quanto accertato, infatti, il fidanzato Emanuele avrebbe accompagnato la ragazza, svenuta, alla Misericordia di Viareggio ma dagli operatori si sarebbe sentito rispondere che – essendo positiva al Covid – avrebbero dovuto indossare i dispositivi di protezione prima di estrarla dall'auto. A quel punto prima il fidanzato di Katia ha portato la donna in ospedale a Lido d Camaiore. "È arrivata ancora viva, poi è andata in arresto cardiorespiratorio". Secondo i familiari della donna i soccorsi sarebbero partiti in ritardo costringendo Emanuele a trasportare personalmente Katia in ospedale. C'è poi un altro aspetto: la donna accusava da un paio di giorni febbre e alcuni disturbi respiratori catalogati dalla Asl come "minori", di conseguenza non è stata mai ricoverata: "Mia figlia – sottolinea il papà – peggiorava a vista d’occhio, ma dicevano che non fosse niente di preoccupante". Secondo Emanuele "a chi abbia contratto il Covid e si trovi a casa, vanno garantiti aiuti maggiori. È giusto che non si affollino gli ospedali, ma se una persona chiama per chiedere aiuto, ci deve essere qualcuno competente che viene e decide il da farsi".

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