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Il giovane calciatore che ha insultato l’arbitro donna dovrà pulire gli spogliatoi per punizione

Il giovane calciatore veneto che in segno di protesta si è abbassato i pantaloni ed ha mimato un atto sessuale a un’arbitro donna è stato punito dalla società: dovrà pulire gli spogliatoi della squadra dopo gli allenamenti per tutto il periodo della squalifica.
A cura di Davide Falcioni
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Il giudice sportivo regionale della Federazione Italiana Gioco Calcio deciderà oggi pomeriggio la sanzione da comminare per l'episodio avvenuto mercoledì scorso, 22 maggio, nel quartiere Gazzera di Mestre durante la partita della categoria giovanissimi tra Treporti e Miranese. Durante l'incontro un gruppo di genitori aveva coperto di insulti sessisti l'arbitro – Giulia Nicastro, di 22 anni. Come se non bastasse uno dei giocatori, di appena 14 anni, aveva sfidato la direttrice di gara abbassandosi i pantaloni e mimando delle pratiche sessuali per contestare una decisione su un calcio d'angolo. Qualunque sia la decisione del giudice sportivo regionale la società ha già fatto sapere di non avere intenzione di presentare ricorso.

I dirigenti della società, al contrario, hanno già preso una severa decisione nei confronti del giovane calciatore d'intesa con la sua famiglia e con l'amministrazione comunale. Durante tutto il periodo della squalifica il quattordicenne potrà prendere parte agli allenamenti e alla vita sociale del club, ma dovrà impegnarsi per aiutare la squadra. Pulirà gli spogliatoi, aiuterà a tagliare l’erba, riporrà palloni, coni e ostacoli usati durante gli allenamenti.  Renzo Mavaracchio, il presidente della società, ha spiegato il senso di questa iniziativa: “Il ragazzino ha sbagliato, ma noi non possiamo abbandonarlo. Forse qualcuno, in paese, contesterà questa scelta, ma il compito di una società sportiva che lavora con i ragazzi è anche quello di far loro capire quando hanno sbagliato, senza emarginarli”.

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