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Il 23enne preso a calci da un poliziotto: “Sono terrorizzato, ho un tatuaggio dedicato a Cucchi”

Il ragazzo vittima del pestaggio: “Da quella notte non dormo più, ho gli incubi. Sento le sirene nelle orecchie e non ho più fiducia nella giustizia né in me stesso”.
A cura di Davide Falcioni
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"Da quella notte non dormo più, ho gli incubi. Sento le sirene nelle orecchie". A dirlo il ragazzo di 23 anni che è stato immortalato in un video mentre riceve un calcio in faccia da un agente di polizia dopo essere stato fermato al termine – riferiscono gli investigatori – di un inseguimento. "Mi fanno male mascella e naso – spiega – ora sono terrorizzato". Ricordando quei momenti spiega: "Non ho opposto resistenza, mi sono accasciato e lui mi ha tirato un calcio forte. Gli altri poliziotti dicevano di smettere ma lui continuava. Ha continuato anche quando eravamo in questura". Il ragazzo è stato giudicato guaribile in dieci giorni. "Io ho paura, non ho più fiducia in nulla – conclude – nella giustizia e neanche in me stesso". Intervistato da Radio Capital il ragazzo ha affermato inoltre: "Ho un tatuaggio che ricorda Stefano Cucchi, la sua storia mi è rimasta così tanto impressa che quando stavo in Questura pensavo a lui. La storia di Cucchi mi ha rattristato, anche perché io soffro di crisi d'ansia e crisi epilettiche come lui. Volevo tatuarmi un simbolo: ho una S con un cuore tatuata sulla mano".

I fatti: il giovane preso a calci mentre era immobilizzato

Ma cosa è successo? I fatti risalgono allo scorso 2 aprile ed è stato documentato da un video: il 23enne, sprovvisto di patente, si era messo alla guida di un’auto sottoposta a fermo amministrativo e quando gli agenti gli avevano intimato l'alt a un posto di blocco anziché fermarsi aveva tirato dritto. Era quindi scattato un inseguimento al termine del quale il giovane era stato fermato e immobilizzato a terra da alcuni agenti. Tutto si sarebbe probabilmente svolto regolarmente se un altro poliziotto non fosse arrivato e gli avesse sferrato due calci in testa. "Non accetto questo abuso. Ha una divisa e deve dare l’esempio, non accanirsi con violenza così”, ha detto ieri sera la sorella, intervenendo a Chi L'Ha Visto e sottolineando che "è giusto che mio fratello paghi" ma che non saranno "né io né il poliziotto a decidere come, sarà un giudice a decidere la giusta punizione per mio fratello e l’amico".

La Questura ha trasferito l'agente

Nel frattempo anche la Questura di Foggia si è mossa. "Dell’episodio – ha dichiarato stamattina in una nota – è stata immediatamente informata l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali” e “nei confronti del poliziotto è stata avviata l’azione disciplinare,  lo stesso è stato destinato ad altra sede". "Nel sottolineare che il comportamento del poliziotto non corrisponde in nessun modo ai canoni e ai valori della Polizia di Stato, si precisa che l’arrestato, senza aver mai conseguito la patente di guida, conduceva un veicolo sottoposto a fermo amministrativo e che probabilmente per tale ragione non si è fermato all’alt intimato dalla pattuglia – prosegue la nota – lo stesso è stato bloccato dopo aver percorso ad alta velocità il centro cittadino per circa 3 km ed aver tentato infine di fuggire a piedi".

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