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Il 23enne arrestato a Bari ossessionato dal nazismo: in casa foto di Hitler incollata su Padre Pio

Quella del 23enne arrestato a Bari per terrorismo appariva come una ossessione per il nazismo, secondo quanto descritto dagli investigatori. In casa infatti aveva simboli nazisti di ogni tipo che gli inquirenti definiscono “inquietanti”.
A cura di Antonio Palma
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Il giovane suprematista arrestato ieri per terrorismo a Bari era pronto a un passo ulteriore dopo aver fatto proselitismo neonazista online ma la sua pericolosità è stata sicuramente bloccata dalla perquisizione domiciliare a suo carico che ha portato al rinvenimento in casa sua di armi e materiale di matrice neo nazista. Ne sono convinti gli inquirenti della polizia che ieri hanno eseguito nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo pugliese su richiesta della locale Procura della Repubblica.

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La perquisizione fatta scattare dagli inquirenti dopo la scoperta del suo attivismo online, infatti, gli ha tolto gli strumenti che aveva per poter interagire negli ambienti del suprematismo bianco e neonazisti, dando di fatto uno stop alla sua azione.  Del resto lo stesso 23enne Luigi Antonio Pennelli, in alcuni messaggi, si era detto pronto e al sacrificio estremo "a difesa della razza bianca" mentre in casa aveva una carabina, una pistola a pallini, una balestra e alcune mazze da baseball, tutti con riferimenti a simboli neonazisti o a personaggi responsabili di attacchi terroristici di matrice razziale come Traini, Breivik e Tarrant, che hanno causato vittime e feriti.

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Quella del 23enne per il nazismo appare come una ossessione, un vero e propri invasamento, secondo quanto descritto dagli investigatori. In casa sua infatti oltre a svariato materiale diffuso da The Base, gruppo terroristico neonazista internazionale fondato nel 2018 a cui aveva aderito, aveva simboli nazisti di ogni tipo che gli inquirenti definiscono "inquietanti". Addirittura aveva una effige di Hilter mentre fa il saluto nazista incollata su un quadro di Padre Pio quasi a far diventare un santo il sanguinoso leader tedesco.

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Il 23enne, accusato dei reati di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, del resto era stato individuato dai leader di The Base in Usa proprio per queste sue caratteristiche tanto da affidargli il compito di fare proselitismo in Italia.

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Proprio su quest'ultimo punto le indagini, coordinate dalla direzione centrale antiterrorismo di Roma e dalla Digos di Bari, guidata dal dirigente, dottor Fabio Zampaglione, proseguiranno per accertare altri possibili risvolti. L'indagine, nata dal monitoraggio continuo dell'antiterrorismo su siti web noti per l'incitamento all'odio razziale o per propaganda suprematista e neonazista, infatti ha portato alla luce il personaggio del giovane barese che però si nascondeva dietro a diversi nickname.

Gli inquirenti infatti non escludono che il giovane possa aver agito anche sotto altri pseudonimi e aver coinvolto direttamente altre persone, non solo online ma anche direttamente, in piani criminali. In particolare si procederà alle ulteriori analisi sui suoi supporti informatici sequestrati per stabilire eventuali responsabilità personali di altre persone.

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