Ikea sciopera di sabato per la revoca dell’integrativo, punti vendita deserti

Casse deserte e nessun cliente in coda. E’ la scena davvero atipica che si è vista in molti punti Ikea d’Italia nella giornata di ieri. I dipendenti del colosso svedese dei mobili low cost hanno infatti aderito in massa allo sciopero decretato dai sindacati dopo che la direzione nazionale ha comunicato che a partire da settembre verrà revocato unilateralmente il contratto integrativo aziendale. “I diritti non si smontano" è il leitmotiv della protesta. I vertici dell’Ikea "hanno inviato una lettera a Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil nazionali comunicando l'intenzione di revocare unilateralmente il contratto integrativo aziendale a partire dal 10 Settembre 2015. L'unica concessione di Ikea è la proroga di un mese della trattativa a condizione che si discuta unicamente delle proposte aziendali: taglio delle maggiorazioni domenicali e festive ed eliminazione dei premi aziendali e di partecipazione".
L'adesione allo sciopero Ikea
Filcams-Cgil parla di “alta adesione in molte città: più del 95% a Firenze, 90% a Napoli cosi come a Carugate, più dell'80% a Corsico e oltre il 60% a San Giuliano; adesione oltre il 70% a Brescia e Roma, a Bologna più del 95%, solo i manager all'interno del negozio, mentre a Genova l'azienda è stata costretta alla chiusura del punto vendita”. “Non è giusto che un'azienda che domina incontrastata il mercato come Ikea faccia pagare a noi la crisi, più di quanto non si sia già pagato” si legge nella nota della Filcams-Cgil, che cita una lavoratrice part-time anonima. “Abbiamo contribuito con il nostro lavoro al grande successo di questa multinazionale in Italia – continua la lettera – e non vogliamo veder crollare 25 anni di contrattazione in un attimo. Lotteremo per difendere i nostri diritti”.
Lo ‘smontaggio' dei diritti
In particolare, si legge nella nota, "‘lo smontaggio' dei diritti del contratto integrativo con la sua disdetta e la mancata adesione al Contratto nazionale appena sottoscritto con la sola Confcommercio". A giudizio del sindacato "mentre la multinazionale del mobile decanta la partecipazione dei consumatori nella costruzione del mobile fondando su questa immagine la sua politica commerciale, dall'altra i diritti dei lavoratori vengono completamente ignorati". Quindi, spiega la nota, "è per questo che i lavoratori hanno deciso di mandare al titolare svedese una lettera ricalcando la nota canzone del cantautore Lucio Dalla ‘caro Ingvard ti scrivo…….' per inoltrare tutte le richieste e sottolineare i diritti che devono essere mantenuti".