Iban sulla tomba per aiutare la figlia, parroco non celebra il funerale: “Questa famiglia non è povera”

Dal dolore passando per l'amore e la solidarietà fino alla polemica. Quel codice iban sull'epigrafe della tomba di Sonia Campagnolo, morte per tumore, non è stato preso bene da Don Egidio, tanto che il parroco ha deciso di non officiare ll funerale. "Negli ultimi 16 mesi ho fatto 102 funerali. Quella famiglia non è diventata improvvisamente povera" ha tagliato corto il prelato.
Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa la donna di Carmignano sul Brenta, nel Padovano, è venuta a mancare, stroncata da un terribile male. La sua ultima richiesta è stata quella di una madre il cui amore per la figlia supera anche la morte: ha fatto scrivere sull’epigrafe l’Iban su cui versare i soldi per la figlia Lisa. 25 anni, la ragazza studia Giurisprudenza a Padova. Ma al momento dell'esequio il parroco si è rifiutato di benedire il feretro di Sonia Campagnolo. E così in chiesa è tornato in servizio per qualche ora il vecchio prete del paese in pensione da tempo. Ma cosa è successo?
“Io servo il Signore da 42 anni – ha spiegato il parroco renitente al Corriere del Veneto – ma un Iban sull’epigrafe non l’avevo mai visto. Negli ultimi 16 mesi ho fatto 102 funerali di cui 12 Covid, seguo 2.250 famiglie e ne assisto 39 di veramente povere. Compriamo loro da vestire, paghiamo l’affitto, copriamo le bollette. Questo è il paese, poi vedo un Iban su un’epigrafe e mi chiedo: cos’è successo? Quella famiglia è diventata improvvisamente povera? No, non lo è. Ho fatto visita a Sonia due settimane fa, suo padre Piero frequenta la parrocchia, lui stesso è membro del gruppo della Caritas e sa perfettamente cosa vuole dire averne e non averne”.
Polemiche a parte, un gruppo di amici della madre ora si sta dando da fare proprio per aiutare la ragazza a concludere gli studi in giurisprudenza a Padova. “Ero amico di Sonia, noi del gruppo ci riuniremo in settimana e decideremo quanto serve a Lisa per finire gli studi”, ha spiegato il signor Marcon al Corriere che ha poi concluso ricordando che il gesto di mamma Sonia non è solo una questione di soldi “ma è un gesto che ha risvegliato qualcosa, ha affidato alla comunità il pezzo di strada che non poteva più fare lei con la figlia, come avesse chiesto un’adozione a distanza”.