Morte di Simona Cinà

I genitori e i fratelli di Simona Cinà chiedono chiarezza: “Il corpo era a bordo piscina, i vestiti spariti”

I familiari della giovane pallavolista morta a Bagheria: “Vogliamo sapere cosa è successo in quella piscina”. La sorella gemella e il fratello: “Quando siamo arrivati i ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Non abbiamo ritrovato i vestiti di mia sorella, abbiamo trovato solo le scarpe”. Aperto un fascicolo per omicidio colposo.
A cura di Susanna Picone
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Chiedono risposte i familiari di Simona Cinà, la giovane pallavolista trovata morta nella piscina di una villa di Bagheria durante una festa di laurea. I genitori e i fratelli della ventenne hanno incontrato i giornalisti nello studio legale dell'avvocato Gabriele Giambrone che li sta seguendo e che ha già espresso tutti i dubbi della famiglia su quanto accaduto la notte del decesso della ragazza.

“Voglio sapere cosa è successo a mia figlia, perché è morta, io voglio sapere solo perché…”, le parole tra le lacrime della mamma di Simona. "Vogliamo chiarezza sulla fine di nostra figlia", è l’appello anche del papà. Ribadiscono quanto aveva già detto il loro avvocato, ovvero che c’erano solo bottiglie d’acqua in quella villa, niente alcol, e la stessa piscina era pulita. “Mia figlia era una sportiva, era un pesce in acqua. Vogliamo sapere cosa è successo”.

Si indaga per omicidio colposo a carico di ignoti

La Procura di Termini Imerese, che coordina l'inchiesta sulla morte della pallavolista, indaga per omicidio colposo. Al momento, secondo quanto si apprende, a carico di ignoti. Sarebbero diverse le ipotesi avanzate dai magistrati, non si esclude il malore o un incidente.

I genitori di Simona Cinà: "Non siamo stati chiamati"

“Non è normale che c'erano solo bottiglie d'acqua e la piscina era pulita. Non siamo stati chiamati. Anzi, alle 4.45 mia moglie ha chiamato perché ancora non ci chiamava nessuno. Abbiamo chiamato per caso. Quindi vogliamo capire l'alcol dov'è finito. Mia figlia era un pesce d'acqua, faceva surf, beach volley. Lo sport era la sua vita, curava il corpo, studiava al terzo anno di università. Noi vogliamo sapere cosa è successo a mia figlia, questo soltanto”, sono le parole del papà della giovane.

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Simona – ha continuato la madre – "era una brava ragazza, studiava, amava lo sport e la conoscevano tutti. Era solare, non litigava mai con nessuno. Era buona, portava sempre a termine i suoi traguardi”.

"Il corpo di nostra sorella coperto da un telo, troppe cose non tornano"

Anche i fratelli della pallavolista – la sorella gemella Roberta e il fratello Gabriele – chiedono chiarezza e parlano di troppe cose che non tornano: "Quando siamo arrivati il corpo di nostra sorella era già a bordo piscina. Il suo corpo era coperto da un telo, con il costume. C'erano le pattuglie dei carabinieri e l'ambulanza. Ma ci sono tante cose che non tornano: era una festa di laurea ma non abbiamo visto la torta, non abbiamo trovato alcolici. Quando siamo arrivati i ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Non abbiamo ritrovato i vestiti di mia sorella, abbiamo trovato solo le scarpe”. E ancora: “Ci è stato detto che i ragazzi a festa in corso, con la musica, stavano pulendo la piscina. Lei conosceva 5 persone, la sua cerchia, su 80 invitati”.

"Erano tutti zitti in un angolo, nessuno diceva nulla. Tra il confuso e l'incredulo. Non hanno neppure risposte alle domande. Erano una ventina, coloro che erano rimasti. Forse potevano fare qualcosa”, ha detto ancora la sorella gemella di Simona Cinà. "Hanno detto che si sono accorti di lei mentre pulivano a terra, la piscina era piccola e la consolle dove ballavano era minuscola”.

La sorella ha ricordato anche che la ventenne aveva un bracciale della mamma a cui teneva molto e che è stato trovato dentro la borsa conservato, “quindi vuol dire che lei era pienamente in sé, perché ha pensato di conservare il bracciale".

Attesa per l'autopsia sul corpo della pallavolista

"Ci sono alcuni elementi che non ci convincono. Sicuramente qualche elemento in più potremo averlo dopo l'autopsia che dovrebbe svolgersi domani. Servirà anche per capire le cause del decesso e se vi sia la presenza di sostanze stupefacenti e alcol”, ha detto l’avvocato Giambrone. I familiari hanno precisato che la pallavolista, una sportiva molto attenta al suo corpo, non faceva uso di sostanze stupefacenti e beveva raramente, con moderazione.

Gabriele Cinà ha risposto all'ipotesi se fosse girata droga alla festa: "Non vogliamo puntare su nessuno, non vogliamo dire niente di affrettato, ma sicuramente c'è qualcosa che non va. Conoscevamo Simona e non era un tipo da annegare in piscina". "Ci siamo chiesti se alla festa di laurea girava della droga, ma al momento non lo sappiamo. Abbiamo anche pensato che qualcuno le abbia messo della droga in un bicchiere…", così ancora il fratello maggiore convinto che Simona non l'avrebbe mai assunta.

Le compagne di gioco incredule: "L'incubo non è svanito"

Si sono dette scioccate e incredule anche le compagne di gioco della Acds Capacense, la squadra di pallavolo dove ha giocato Simona Cinà: "Incredule, scioccate, attonite. Abbiamo aspettato. Abbiamo aspettato che la notte trascorsa ci convincesse che è stato solo un brutto sogno, che tu stamani fossi impegnata in un altro torneo. Ma purtroppo l'incubo non è svanito, la realtà continua a stare qui nella mia notte insonne. Abbiamo aspettato di trovare le parole giuste per esprimere la ragazza, la persona, l'atleta che sei stata perché non volevamo che fosse "troppo poco". Abbiamo aspettato perché non avevamo la forza se non per piangerti. Simo solo cose belle per te che bella lo eri fuori e dentro".

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