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“Ho chiesto scusa a Papa Francesco prima che morisse”: la confessione di padre Georg Gaenswein

Monsignor Gaenswein ha rivelato la riconciliazione con Papa Francesco prima della sua morte, dopo anni di tensioni legate alla gestione del Papa emerito.
A cura di Davide Falcioni
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Monsignor Georg Gaenswein ha scelto un contesto apparentemente lontano dalle vicende personali – la presentazione di un volume di omelie inedite di Joseph Ratzinger – per rivelare una delle pagine più delicate della sua storia recente. L’ex segretario particolare di Benedetto XVI, oggi nunzio apostolico in Lituania, ha raccontato pubblicamente di essersi riconciliato con Papa Francesco poco prima della morte del Pontefice argentino. Un passaggio che, nelle sue parole, arriva come una confessione sobria, priva di enfasi, ma capace di restituire la densità di un rapporto rimasto per anni nel cono d’ombra delle tensioni di Curia.

Nel ripercorrere quel legame difficile, il nodo delle incomprensioni emerge con maggiore chiarezza. Le distanze tra Gaenswein e Francesco si sono radicate soprattutto nella gestione della complessa coesistenza tra il Papa regnante e il Papa emerito: una stagione in cui il segretario di Ratzinger veniva percepito, spesso suo malgrado, come interprete di una linea teologica distinta da quella di Bergoglio. A questo si sono aggiunti episodi come il caso del libro sul celibato sacerdotale, firmato dal cardinale Sarah con un contributo attribuito a Benedetto XVI, e le tensioni comunicative che ne seguirono, fino alla progressiva marginalizzazione di Gaenswein dal ruolo operativo di prefetto della Casa Pontificia. Una somma di fattori che, pur senza sfociare in uno scontro diretto, ha finito per sedimentare un clima di sospetto e distanza.

"Con Francesco non era sempre facile il rapporto – ha ammesso Gaenswein – ma prima che morisse sono andato da lui e mi sono scusato". Una frase che segna lo spartiacque di una storia complessa, fatta di distanze istituzionali e letture pubbliche spesso polarizzate, soprattutto negli anni in cui la convivenza tra il Papa regnante e il Papa emerito alimentava un dibattito continuo. "La realtà è realtà: c’è stato qualcosa che non funzionava e io non ho chiuso gli occhi e ho chiesto scusa", ha aggiunto il presule, consegnando alla platea un tassello finora rimasto nel silenzio.

La rivelazione giunge in un momento in cui la figura di Gaenswein continua a essere osservata con attenzione, soprattutto dopo la morte di Bergoglio. Il suo ruolo, la sua prospettiva, persino il suo destino ecclesiastico sono stati oggetto di un confronto serrato dentro e fuori le mura vaticane. Ora, il racconto della riconciliazione offre un retroscena più umano: non la cronaca delle frizioni, ma la descrizione di un chiarimento tardivo, arrivato comunque in tempo. Il nunzio ha ricordato anche un gesto compiuto lo scorso giugno, quando si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore: "Sono andato sulla tomba di Francesco. E ho pregato".

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