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“Ha ucciso la moglie per 400 euro e ne ha occultato il corpo”: ergastolo per Mohamed Barbri

Mohamed Barbri, il 41enne accusato di omicidio e occultamento del cadavere della moglie Samira El Attar, è stato condannato all’ergastolo dai giudici della Corte d’Assise di Rovigo, che hanno accolto la richiesta dell’accusa stabilendo risarcimenti superiori al mezzo milione di euro per le parti civili, cioè i familiari della vittima.
A cura di Davide Falcioni
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Mohamed Barbri, il 41enne di nazionalità marocchina accusato di omicidio e occultamento del cadavere della moglie Samira El Attar, è stato condannato all'ergastolo dai giudici della Corte d’Assise di Rovigo, che hanno deciso di accogliere la richiesta dell’accusa stabilendo risarcimenti superiori al mezzo milione di euro per le parti civili, ovvero i familiari della vittima.

Era il 21 ottobre 2019 quando Samira El Attar uscì da casa per portare la figlia all’asilo, poi si recò da una vicina a ritirare alcuni vestiti per la bambina. Dopo essere tornata a casa, uscì nuovamente in sella alla sua bicicletta e di lei si persero definitivamente le tracce. Tutte le ricerche non diedero nessun esito, ma gli inquirenti sospettarono ben presto del marito Mohamed Barbri, che venne iscritto nel registro degli indagati. La scolta del caso arrivò il primo gennaio 2020 quando l'uomo, costantemente monitorato dagli investigatori, andò dapprima a Monselice, poi con il treno a Padova e infine a Barcellona con un autobus low-cost di Flixbus. Il suo viaggio venne interpretato dagli inquirenti come un tentativo di fuga e il 13 gennaio, a Madrid, scattarono per il 41enne le manette.

Secondo l’accusa Barbri strangolò la moglie in seguito a una discussione sui 400 euro di invalidità della figlia, ma il movente sarebbe anche un'eccessiva gelosia. Successivamente nascose il corpo, che non è mai stato trovato. L’uomo ha sempre continuato a professarsi innocente e alcuni mesi fa i suoi legali Riziero Angeletti e Francesco Zacheo hanno dichiarato alla stampa: "Lui è convinto che la moglie sia viva. Abbiamo eseguito un sopralluogo tecnico e proseguiremo nei prossimi giorni. La linea difensiva che col tempo affineremo si basa anche sulla localizzazione delle celle telefoniche. Se Barbri davvero ha passato alcune ore sull’argine la notte della sparizione ci saranno delle telecamere che lo inquadrano mentre si dirige verso il fiume. Noi siamo fiduciosi, ricordiamo che questo è un processo indiziario e il corpo non è mai stato trovato". Oggi però è arrivata la sentenza di condanna: la più pesante, quella all'ergastolo.

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