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Gli Stati erogano 11milioni di dollari al minuto di sussidi alle industrie petrolifere inquinanti

Secondo uno studio condotto dal Fondo Monetario Internazionale le grandi industrie che estraggono petrolio, carbone e gas – ovvero fonti fossili non rinnovabili – beneficiano ogni anno di 5,9mila miliardi di dollari di finanziamenti pubblici: una cifra esorbitante, pari a 11milioni di dollari al minuto.
A cura di Davide Falcioni
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L'emergenza climatica sta presentando il conto: ondate di caldo, incendi, improvvisi uragani e trombe d'aria si verificano sempre più spesso anche a latitudini in cui finora questi fenomeni erano del tutto sconosciuti. Concetti come "transizione ecologica" e "green economy" sono entrati nel dibattito politico quotidiano, ma tra le parole e i fatti sembra esserci ancora un abisso. Lo dimostra un'analisi condotta dal Fondo Monetario Internazionale, secondo cui le grandi industrie che estraggono petrolio, carbone e gas – ovvero fonti fossili non rinnovabili – beneficiano ogni anno di 5,9mila miliardi di dollari di finanziamenti pubblici: una cifra esorbitante, pari a 11milioni di dollari al minuto. Quale altra industria può contare su aiuti simili da parte degli Stati? Probabilmente nessuna. Così facendo – denuncia però proprio l'FMI – non si fa altro che gettare benzina sul fuoco su una crisi climatica dai contorni già drammatici.

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Se  vero che in tutto il mondo – Italia compresa – il prezzo dei combustibili fossili è aumentato nelle ultime settimane, è altrettanto vero secondo il Fondo Monetario Internazionale che un loro ulteriore incremento ridurrebbe di un terzo le emissioni globali di anidride carbonica, rappresentando un enorme passo avanti verso il raggiungimento dell'obiettivo del contenimento entro gli 1,5°C dell'aumento delle temperature concordato a livello internazionale.

Nel prossimo vertice delle Nazioni Unite Cop26 i capi di Stato e di Governo dovranno individuare le più efficaci strategie per abbattere la produzione di Co2: tra le altre, dovrebbero essere concordate nuove regole per il mercato delle fonti di energia fossile che consentano una corretta determinazione dei costi dell'inquinamento: "La riforma dei prezzi dei combustibili come petrolio, carbone e gas è quanto mai urgente", hanno affermato gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, secondo i quali la fine dei sussidi alle industrie inquinanti scongiurerebbe almeno un milione di morti all'anno e farebbe risparmiare ai governi migliaia di miliardi di dollari. "I benefici di una riforma di questo genere sarebbero enormi", ha dichiarato Ian Parry, principale autore del dossier FMI. "Alcuni paesi sono riluttanti ad aumentare i prezzi dell'energia perché pensano che ciò danneggerà i poveri. Mantenere bassi i prezzi dei combustibili fossili è però un modo molto inefficace per aiutarli, perché la maggior parte dei benefici va comunque alle famiglie più ricche". Mike Coffin, analista senior del thinktank Carbon Tracker, ha aggiunto: "Per stabilizzare le temperature globali dobbiamo allontanarci urgentemente dai combustibili fossili, invece di aggiungere benzina al fuoco sovvenzionando le industrie. È fondamentale che i governi smettano di farlo e cerchino invece di accelerare la transizione energetica a basse emissioni di carbonio".

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