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Giorgio e Niccolò sposi, a Torino la più giovane unione civile d’Italia

“Noi ci amiamo e questa è stata solo un’attestazione legale di quello che già siamo: una famiglia”, hanno spiegato i due che nonostante la giovane età, 19 e 22 anni, hanno le idee chiare sul loro futuro insieme.
A cura di A. P.
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"Tutti ci chiedevano ‘Ma non siete troppo giovani per sposarvi?' Ma poi hanno capito che noi ci amiamo e che prima o poi avremmo fatto questo passo. Questa è stata solo un’attestazione legale di quello che già siamo: una famiglia", così Niccolò e Giorgio, appena 22 e 19 anni, hanno spiegato cosa li ha portati a diventare i protagonisti  della più giovane unione civile d’Italia da quando la Camera ha approvato la legge che permette anche a coppie dello stesso sesso di unirsi. "Io e Niccolò ci consideravamo già una famiglia e non abbiamo visto nella nostra giovane età un vincolo. Abbiamo quindi deciso di rendere quest'unione concreta anche sotto l'aspetto legale e nel nostro futuro ci vediamo come una normale famiglia con gli stessi problemi delle famiglie etero" ha chiarito Giorgio,

"Sono due ragazzi particolari, molto innamorati, molto seri, forse persino troppo posati per la loro età, si vogliono molto bene. Sono famiglia, nel vero senso della parola", ha confermato Laura, la testimone delle nozze avvenute sabato scorso in una cerimonia con parenti e amici nelle sale del Comune di Torino. "Ci siamo conosciuti due anni fa ma viviamo assieme da quattro mesi" hanno spiegato i due novelli sposi in una intervista a Repubblica, assicurando: "Nessuno di noi due ha un’idea sacrale del matrimonio. È stato come prendere atto di una realtà che già esisteva. E dire allo Stato: noi stiamo assieme, ora vogliamo che tutti lo riconoscano".

Dietro il grande passo infatti ci sono anche motivi logistici e burocratici. "Avevamo organizzato tutto per il 2018, ma a maggio abbiamo deciso di anticipare. Era l’unico modo per non separarci perché Niccolò è arrivato a Torino quattro anni fa per studiare illustrazione allo Ieed e il suo permesso di soggiorno era in scadenza, quindi sarebbe dovuto tornare in Cina e ricominciare daccapo tutta la trafila. Ora siamo più tranquilli" ha spiegato Giorgio.

Un matrimonio ostacolato però dalle autorità cinesi. "L’ambasciata cinese non ha accettato di rilasciare i documenti che servivano a Niccolò, non riconoscendo legalmente le unioni civili. E alla fine li abbiamo ottenuti direttamente dai suoi genitori" hanno rivelato i due che ora contano di festeggiare il matrimonio con un viaggio di nozze proprio in Cina. Il loro futuro però lo vedono nel Nord Europa, in Finlandia. "Prima di tutto vogliamo cambiare casa, perché quella dove stiamo ci sta stretta. Poi quando avremo un po’ di soldi in più vorremmo trasferirci in Finlandia, un Paese più aperto mentalmente" hanno spiegato Giorgio e Niccolò.

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