Giallo sulla morte di Carlotta, caduta da un grattacielo in Cina: interrogato il compagno

La polizia cinese sta continuando a indagare sulla tragedia che è costata la vita domenica scorsa a Carlotta Portieri, giovane di ventisette anni di Adria (Rovigo) morta nella città di Chengdu, dove lavorava come insegnante. Carlotta, secondo le informazioni arrivate dalla Cina, è caduta dal 19esimo piano del grattacielo in cui viveva. È praticamente tutto quello che si sa sulla sua tragica morte. In queste ore la polizia cinese avrebbe ascoltato a più riprese il compagno Stefano Sagredin, anche lui un italiano che si era trasferito in Cina da qualche tempo. Carlotta e il fidanzato, da quanto si apprende, convivevano e sarebbe stato lui l’ultimo a vederla in vita e il primo a scoprire il suo cadavere. La polizia cinese avrebbe ascoltato l’uomo per ricostruire gli ultimi istanti della vita della ragazza e arrivare a escludere che possa essersi trattato di un incidente o che dietro alla morte della fidanzata possano esserci delle responsabilità. A quanto pare la polizia, che comunque per il momento tende a non escludere alcuna ipotesi, sta anche valutando la possibilità di un gesto estremo.
Carlotta era partita per la Cina dopo la laurea a Venezia – Intanto, come si legge sui quotidiani di Rovigo, toccherà al console italiano, delegato dalla famiglia, a riconoscere la salma, che tornerà in Italia quando le autorità cinesi riterranno opportuno dissequestrare il corpo. I genitori di Carlotta, Paola e Andrea Portieri, da quanto si apprende non sarebbero partiti per la difficoltà di ottenere il visto per la Cina per cui si sono dovuti affidare alle ambasciate e al lavoro della diplomazia della Farnesina. La figlia Carlotta, hanno spiegato, si era trasferita in Cina, dove aveva iniziato a lavorare, subito dopo la laurea all’università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e istituzioni economiche giuridiche dell'Asia e dell'Africa Mediterranea.