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Giallo di Manfredonia, i dubbi: cosa è successo tra il ferimento e la richiesta d’aiuto?

Secondo la compagna di Mario Renzulli, morto a Manfredonia dopo un accoltellamento, a infliggere il fendente, nel tentativo di difendersi e difenderla, sarebbe stato il figlioletto di 7 anni. Dubbi sulla dinamica descritta sono stati avanzati dalla difesa del padre della vittima, intervenuto su chiamata della nuora per portare il figlio in ospedale: “Perché i soccorsi non sono stati chiamati subito? Renzulli è morto dissanguato o per il fendente mortale”. Le risposte sono affidate all’autopsia.
A cura di Angela Marino
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Perché non sono stati chiamati subito i soccorsi? La vittima ha tentato la fuga? È morta per dissanguamento o per le ferite riportate? Sono le domande che l'avvocato Arena, rappresentante legale del padre di Mario Renzulli, ucciso da una coltellata fatale durante una lite familiare, si sta ponendo in queste ore. Il caso è finito sulle pagine di cronaca di tutti i giornali: si tratta della morte di Mario Renzulli, pregiudicato, attinto da unacoltellata fatale nella casa dove viveva in contrada Macchia Rotonda, a Manfredonia. Presenti nell'abitazione la compagna e il figlioletto di lei, di sette anni. Ebbene, secondo la testimonianza della donna, sarebbe stato proprio il piccolo, nel tentativo di difendersi da un'aggressione del patrigno, a procurargli le ferite rivelatesi fatali.

È proprio nella causa della morte che si affastellano i dubbi del legale del padre di Renzulli, intervenuto ieri personalmente, chiamato dalla nuora, per portate in ospedale il figlio ferito. La domanda che in queste ore Renzulli padre si sta ponendo è questa: la lesione da accoltellamento che ha riportato è stata veramente fatale? Se soccorso tempestivamente, Mario Renzulli poteva salvarsi? Il legale avanza dubbi sulla tempistica dei soccorsi. “Solo l’autopsia – spiega l’avvocato Arena a l'Immediato – accerterà se Mario è stato colpito in punti vitali o se è morto per dissanguamento. Era un uomo alto, robusto. La questione è grigia e va valutata attentamente. Bisogna accertare quello che è avvenuto tra le mura domestiche" ."Stiamo attendendo l’esito dell’autopsia – conclude l'avvocato Arena – Vogliamo capire cosa è successo nel lasso di tempo intercorso tra l’accoltellamento e la telefonata della compagna di Mario al mio assistito. In quel podere c’era molto sangue, anche all’esterno della struttura”.

Mario Renzulli, agricoltore, ha nel suo passato dei precedenti penali. Ha scontato la sua pena dopo l'arresto avvenuto nell'ambito dell'operazione “Romanzo Criminale”. Da due anni, come ribadito dal padre, viveva del suo lavoro e dedicava alla famiglia. Sembra, tuttavia, che proprio in seno alla nuova famiglia che Renzulli si era costruito ci fossero problemi. Stando al racconto della donna, l'accoltellamento sarebbe avvenuto nel contesto di una lite familiare che aveva visto proprio il Renzulli scagliarsi con violenza contro di lei. Da qui – secondo la testimonianza della donna – la reazione del figlioletto che, nel tentativo di difenderla, avrebbe procurato la coltellata mortale. Non è chiaro se fosse il primo episodio di violenza domestica o se si sia trattato dell'esito di un'escalation.

Sul caso, ora sono al lavoro la Procura ordinaria e quella per i Minorenni. Nelle prossime ore è stato disposto l'ascolto protetto del minore, figlio della compagna di Mario Renzulli. Il piccolo è stato recentemente affidato alle cure dei medici per lesioni al volto, probabilmente riportate contestulamente ai fatti. Altre risposte sulla dinamica dei fatti arriveranno nei prossimi giorni dall'autopsia disposta sul corpo del 38enne.

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