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Funerali Cinzia Luison, il commovente messaggio delle figlie: “Tu, nostro unico punto di riferimento”

Questa mattina i funerali di Cinzia Luison, uccisa a bottigliate dal marito Giuseppe Pitteri nella loro casa di San Stino di Livenza. Sulla bara di legno chiaro della parrucchiera un cuore di rose bianche e rosse.
A cura di Susanna Picone
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“Alla nostra mamma, che è sempre stata il nostro unico e fondamentale punto di riferimento in ogni nostra scelta: ti ameremo per sempre! Le tue bambine, Greta e Noemi”.

Così recita il messaggio che le figlie di Cinzia Luison, uccisa a bottigliate dal marito Giuseppe Pitteri nella loro casa di San Stino di Livenza, hanno voluto lasciare per la loro mamma, nel giorno dei funerali. Questa mattina alle 10 c’è stato l’ultimo saluto alla donna ennesima vittima di femminicidio.

Il nome del marito – l’uomo che le ha tolto la vita probabilmente spinto da un movente economico – non compare proprio sul manifesto in cui si legge il messaggio delle figlie accanto a una foto della 60enne, molto nota nella zona anche per il suo lavoro. Cinzia Luison, infatti, era una parrucchiera che gestiva un salone a Blessaglia di Pramaggiore.

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Questa mattina il feretro di Cinzia Luison – sulla bara di legno chiaro un cuore di rose bianche e rosse – è stato accolto dalla pioggia sul sagrato della chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Le figlie e altri parenti indossavano un fiocco rosso e altri richiami alla lotta contro i femminicidi.

Presenti in chiesa, con la fascia tricolore, anche i sindaci di San Stino Matteo Cappelletto e di Pramaggiore Fausto Pivetta. Entrambi i Comuni hanno indetto per oggi il lutto cittadino. Oltre all’esposizione delle bandiere a mezz’asta nei due Municipi, i sindaci hanno invitato le attività a chiudere o individuare autonomamente forme di attenzione e rispetto nello svolgimento della propria attività in segno di vicinanza alla famiglia fino al termine delle esequie. Cinzia riposerà nel cimitero di San Stino di Livenza.

Pitteri, che subito dopo aver ucciso la moglie ha chiamato i carabinieri per confessare, nei giorni scorsi si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di fronte al Gip di Pordenone. Da alcuni mesi, stando a quanto emerso, l’uomo aveva un'amministrazione di sostegno “in dipendenza di una pessima gestione delle proprie risorse economiche”. Pare che la vittima gli passasse 50 euro la settimana e che lui si era confidato con un amico lasciandosi sfuggire delle minacce alla donna se non avesse potuto accedere a più soldi.

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