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Formigoni nei racconti dei “fedelissimi”: ecco come favoriva Daccò

I nuovi dettagli sullo scandalo sanità in Lombardia nei racconti fatti ai pm da Antonio Spanevello, sovrintendente sanitario della Fondazione Maugeri. Come venivano eseguiti gli ordini del governatore.
A cura di Susanna Picone
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I nuovi dettagli sull’inchiesta Maugeri in Lombardia nei racconti fatti ai pm da Antonio Spanevello, sovrintendente sanitario della Fondazione. Come venivano eseguiti gli ordini del governatore.

Nel caso relativo allo scandalo della Fondazione Maugeri in Lombardia che vede coinvolto il governatore uscente Roberto Formigoni spuntano nuovi dettagli rilevati da Il Corriere della Sera. Spunta per esempio il nome dell’assessore Paolo Alli, “fedelissimo del presidente Formigoni, che ne ha preteso l’elezione sicura a deputato Pdl in quanto numero 2 della circoscrizione Lombardia 3”. A fare il nome di Alli è stato, secondo quanto scrive il quotidiano, Antonio Spanevello, sovrintendente sanitario della Fondazione Maugeri. È lui a ricordare il caso di un bando del 2011: in quella occasione, si legge nei verbali, il suo capo Costantino Passerino “mi disse che grazie a un incontro che aveva avuto con l’assessore Paolo Alli, molto potente a Legnano, molto vicino a Formigoni e perciò garanzia che l’operazione sarebbe andata a buon fine, aveva avuto garanzie per poter impiantare lì una nuova realtà”.

I verbali degli interrogatori – Alli disse a Passerino di mettersi in contatto con il direttore dell’Asl di Legnano, poi seguì una riunione nella quale furono definiti “i criteri di unicità che avrebbero favorito la Maugeri, rendendo praticamente certa la sua scelta tra i partecipanti alla gara”. Questa di Legnano, scrive il Corriere, è una vicenda che deve essere ancora inquadrata giuridicamente ma altre dichiarazioni di Spanevello hanno invece già determinato l’iscrizione nel registro degli indagati di Massimo Casciello, direttore generale del settore ricerca del ministro della Salute, accusato di abuso d’ufficio. Al momento di immaginare richieste di finanziamento alla Regione per progetti scientifico-sperimentali, Casciello avrebbe detto a Spanevello di “fare delle modifiche”. Riporta il Corriere:

In pratica i progetti da noi predisposti non avevano "il vestito" formale della ricerca, per cui la Regione non avrebbe potuto erogare i finanziamenti per i quali era indispensabile la preventiva approvazione del ministero. (…) Era chiaro che gli accordi erano stati già presi a tavolino, e il finanziamento «frutto di un accordo che superava la libera valutazione del ministero».

Il ruolo di Daccò nelle nomine – Secondo quanto spiegato dal vicario della direzione regionale Luca Merlino “Daccò indicava la somma di cui Maugeri o San Raffaele avevano necessità e poi i tecnici dovevano dare una veste formale all’erogazione”. Tutto questo mentre “gli garantiva utilizzo di barche, vacanze costose, case in Sardegna, feste per celebrarne l’immagine”. E Pierangelo Daccò, già condannato per il San Raffaele, avrebbe avuto un ruolo anche nelle nomine ai vertici della sanità regionale.

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