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Covid 19

Firenze, appello dei medici: “Ospedali al collasso, rispettate le regole”

Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze: “Andiamo verso un collasso, chiediamo il rispetto delle regole, ci sono reparti pieni come non mai, più che a novembre”. “Negli ospedali abbiamo gli stessi pazienti della seconda ondata a novembre, c’è un dolore dilagante che una società civile non può accettare”.
A cura di Davide Falcioni
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Boom di ricoveri negli ospedali fiorentini. A renderlo noto Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze, spiegando che "andiamo verso un collasso, chiediamo il rispetto delle regole", "ci sono reparti pieni come non mai, più che a novembre". "Negli ospedali abbiamo gli stessi pazienti della seconda ondata a novembre, c'è un dolore dilagante che una società civile non può accettare". Il medico ha lanciato un accorato allarme spiegando che la situazione nelle strutture sanitarie è ormai al limite. "Stiamo camminando su una passerella sempre più instabile e sottile. Abbiamo alle spalle oltre 5.000 decessi solo in Toscana, scene drammatiche mostrate ogni giorno dai notiziari. Eppure, assistiamo ancora a una leggerezza disarmante in troppe, troppe persone. Serve ritrovare quella responsabilità che ci premiò la scorsa primavera", quella del 2020. "L'età media si sta abbassando – segnala Dattolo – dobbiamo salvare anche vite giovani".

"Comprendiamo la stanchezza delle persone, costrette a sacrifici economici e distanze sociali da più di un anno – ha aggiunto Dattolo -. Mai ce lo saremmo aspettati. Non possiamo però ignorare quello che accade a pochi metri da noi: migliaia di persone chiuse nelle proprie camere a lottare con la malattia del Covid, i reparti d'ospedale al limite. I medici non sono considerati più eroi, ma stremati. Troppi hanno già perso la vita per questo virus. Ora continueranno ad aiutare, a fare il loro lavoro, ma senza la collaborazione di tutti è impossibile vincere questa battaglia".

Il presidente dell'Ordine dei Medici fiorentino ricorda che "entrare in una terapia intensiva non è come fare una visita di controllo in ambulatorio, significa aver perso il più delle volte la capacità di respirare in autonomia. Vuol dire, in caso di salvezza, riabilitazione e cure postume" ed invita ad ascoltare "le testimonianze di chi ha il coraggio di parlare, che siano malati, medici o infermieri. Non sono esagerazioni, ma la verità di chi ha visto il Covid con i propri occhi. Non è possibile mettere sulla bilancia gli asintomatici e i malati poco gravi per giustificare certe leggerezze nei comportamenti. Se il Covid continua a colpire con tanta ferocia, vuol dire che troppe persone hanno smesso di seguire le regole. I vaccini ancora sono pochi e l'immunità è lontana. Questo non è il momento di trovare scappatoie, ma coscienza".

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