Fermato con il taser a Olbia poi morto, cosa sappiamo sul decesso: l’infarto e l’ipotesi degli stupefacenti

Giampiero Demartis sarebbe morto a causa di un infarto. Questo è quanto emerge dai primi risultati dell'esame necroscopico effettuato dal consulente della Procura di Tempio Pausania, Salvatore Lorenzoni. Sul decesso di Demartis è stato aperto un fascicolo d'inchiesta per omicidio colposo.
Il 57enne era infatti stato fermato da due carabinieri a Olbia nella serata del 16 agosto. L'uomo, in evidente stato di agitazione, aveva ferito il capo scorta durante l'operazione dei militari e il secondo collega aveva utilizzato contro di lui il taser.
Il 57enne è morto durante il trasporto in ospedale. Per il deposito della perizia serviranno 70 giorni. Le informazioni attualmente disponibili sarebbero frutto di indiscrezioni sui primi risultati degli esami necrologici. Per accertare cosa sia accaduto, però, bisognerà continuare a indagare. Secondo il consulente della Procura di Tempio Pausania, Demartis sarebbe deceduto per uno "scompenso cardiaco in cardiopatia ischemica" legato, forse, all'assunzione di stupefacenti.
Secondo quanto riferito da fonti informate a Fanpage.it, non è escluso che l'uso del taser possa essere tra le concause della morte. Su quanto successo indaga la Procura di Tempio Pausania che aveva iscritto al registro degli indagati due militari del reparto operativo di Olbia: il primo è il capo scorta, ferito al volto durante l'operazione, il secondo è invece il collega che fattivamente ha utilizzato il dispositivo elettronico.
La famiglia del 57enne è seguita dall'avvocato di Sassari, Marco Manca. Per accertare cosa sia accaduto all'uomo, bisognerà attendere 70 giorni con il deposito della perizia disposta sul cadavere. Nei prossimi giorni sarà effettuato anche l'esame tossicologico, volto a capire se il 57enne avesse assunto effettivamente stupefacenti e quali.