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Femminicidio Genova, il killer di Clara: “Volevo tornare con lei, ma non voleva e l’ho colpita”

Renato Scapusi, artigiano disoccupato di 59 anni, ha ucciso con 30 coltellate Clara Ceccarelli nel suo negozio di pantofole a Genova perché “non voleva tornare con lui”. Lo ha raccontato agli inquirenti dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine. A lui il pubblico ministero Giovanni Arena, che coordina le indagini della mobile e delle volanti, sta valutando se contestare la premeditazione.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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"Sono entrato nel negozio e abbiamo iniziato a discutere. Volevo tornare con lei, ma Clara non voleva. Così l'ho colpita". A parlare è Renato Scapusi, artigiano disoccupato di 59 anni che nel tardo pomeriggio di ieri ha ucciso con ben 30 coltellate la sua ex compagna, Clara Ceccarelli, mentre si trovava nel suo negozio di pantofole di via Cristoforo Colombo, in pieno centro storico, a Genova. Dopo essere fuggito, completamente ricoperto dal sangue della donna, è stato fermato dalle forze all'ordine. Agli investigatori il killer ha spiegato il motivo alla base del suo gesto: non accettava la separazione da Clara e al culmine dell'ennesima discussione l'ha ammazzata. "Dopo ho vagato per la città fino al Galliera. Volevo uccidermi", ha aggiunto Scapusi, a cui il pubblico ministero Giovanni Arena, che coordina le indagini della mobile e delle volanti, sta valutando se contestare la premeditazione.

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"Clara si era pagata il funerale: aveva capito sarebbe finita male"

Scapusi era arrivato in negozio ieri pomeriggio con un coltello che poi ha buttato quando è scappato. Agli inquirenti non ha però saputo dire dove lo ha gettato. L'uomo perseguitava la vittima, che lascia un figlio con gravi problemi di salute, ormai da mesi: le telefonava di continuo, si presentava nella sua attività commerciale. Le amiche della donna hanno raccontato alla stampa locale che lui la tormentava in modi assurdi, perfino sporcando con escrementi le vetrine del suo negozio, come racconta un'anziana del posto al Secolo. Clara diceva che quell'uomo era la cosa peggiore che gli fosse mai capitata e aveva dovuto installare un sistema di protezione del suo negozio. Addirittura, come riporta Repubblica, il commesso che in modo saltuario lavorava per la vittima ha detto che "Clara due settimane fa si era andata a pagare il funerale. Non voleva gravare sull'anziano padre e sul figlio. Forse aveva capito che sarebbe finita male".

Il killer e il vizio del gioco

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Tuttavia, non lo aveva mai denunciato, pur rimanendo ferma nella volontà di non volere riprendere la convivenza, che era stata interrotta circa un anno fa. L'uomo si trovava in crisi economica, per procurarsi i soldi era arrivato a rubare a Clara, a casa e nel negozio dove tra l’altro la donna per un certo periodo lo aveva fatto lavorare come commesso. A peggiorare il tutto, il suo vizio per il gioco d'azzardo. Nei prossimi giorni verrà fissato l'interrogatorio di convalida davanti al gip. Non è escluso che il pm possa disporre una perizia psichiatrica sul killer.

Oggi il presidio a Genova

Oggi pomeriggio, intanto, circa duecento persone si sono ritrovati davanti al negozio di Clara per un ricordo. Molte le donne che hanno così reso omaggio all'ennesima vittima di femminicidio, il tutto riassunto in uno striscione rosa con su scritto "Non è un raptus ad ucciderci. Basta crederci". Il presidio è stato organizzato dal centro antiviolenza Mascherona di Genova: "Siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi – ha detto Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona –  ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L'uccisione di Clara è un'ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso".

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