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Covid 19

Falsificava tamponi positivi per far ottenere il green pass ai clienti, farmacista ai domiciliari

È finito ai domiciliari un farmacista di Foligno che falsificava i tamponi dei clienti in cambio di denaro: i non vaccinati chiedevano il test positivo per ottenere il super green pass.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Tamponi che risultavano positivi a chi positivo al Covid non era. Poi l'isolamento, il tampone negativo dopo il minimo indispensabile e infine il super green pass, che permette di accedere praticamente a ogni attività da ormai diversi mesi. Peccato che la malattia in realtà non c'è mai stata. Perciò un collaboratore di una farmacia di Foligno, in Umbria, è finito agli arresti domiciliari su disposizione del Gip di Spoleto. I reati contestati sono corruzione e falsità in documenti informatici pubblici con efficacia probatoria.

Il collaboratore della farmacia è accusato di aver simulato più volte l'accertamento della positività al Covid di alcuni clienti o dei loro familiari, inviando il referto positivo del test antigenico alle autorità sanitarie. Falsificandolo, in sostanza. Tutto ciò in cambio di quelle che vengono definite "modeste" somme di denaro: tra i 70 e i 100 euro a persona.

Tutti coloro che hanno usufruito della falsificazione del collaboratore non erano vaccinati contro il Covid, perciò – secondo la ricostruzione degli inquirenti – il loro obiettivo era ottenere la certificazione verde rafforzata tramite la guarigione, anche se il virus in realtà non l'avevano mai contratto. Sarebbe bastato aspettare il tempo minimo di isolamento ed effettuare un nuovo tampone che, ovviamente, sarebbe risultato negativo.

In nove sono sottoposti a indagini oltre al collaboratore, perché ritenuti corruttori del farmacista e concorrenti nella falsificazione. Gli inquirenti, però, sono al lavoro, poiché il giro potrebbe essere ben più ampio di quanto accertato finora visto la somma di denaro richiesta non particolarmente elevata. Non è ancora chiaro, inoltre, quando e in che modo si siano stretti gli accordi. Capirlo è fondamentale per risalire a tutti coloro che hanno ricevuto un tampone – e di conseguenza un green pass – falsificato. Gli inquirenti, però, hanno una certezza: tutti gli altri dipendenti della farmacia, responsabili compresi, sono risultati completamente estranei ai fatti. E anzi, hanno collaborato con la polizia giudiziaria dal primo momento.

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