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Expo 2015: chi è Enrico Maltauro, il capo della “compagnia degli appalti”

Dalla Tav ai musei: ecco la rete d’affari del gruppo Maltauro, il cui amministratore delegato Enrico è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti a Expo 2015 poiché considerato “«imprenditore di riferimento” nel giro di gestione degli appalti del grande evento di Milano.
A cura di Ester Castano
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L'imprenditore vicentino Enrico Maltauro, arrestato ieri per gestione illegale degli appalti Expo 2015, è lo stesso amministratore delegato del Gruppo Maltauro, una delle più grandi imprese di costruzioni nazionali con cantieri aperti sia in Italia che all'estero. L'impresa si è aggiudicata gli appalti milanesi per la realizzazione delle architetture di servizio della piattaforma Expo e delle opere del "Progetto Vie d'Acqua Sud" previste dall'esposizione universale. Ma non solo. Secondo la magistratura Maltauro, residente a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza, sarebbe la "testa" di quella che in Procura che è stata battezzata come "compagnia degli appalti": per l'accusa è lui l'uomo di riferimento della cupola politico-economica milanese che fino a oggi ha gestito parte degli affari dell'esposizione universale. Una cupola un po' di destra e un po' di sinistra formata dal direttore generale di Expo Spa 2015 Angelo Paris, l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni, già agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta di un mese fa, il mediatore Sergio Cattozzo e tre protagonisti della prima stagione di Mani Pulite: l’allora segretario amministrativo della Dc milanese Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci-Pds Primo Greganti detto "compagno G" e, appunto, il vicentino Enrico Maltauro già indagato negli anni ’90. Poco più di vent’anni fa il vertice dell’impresa era stato infatti azzerato da Tangentopoli: mezzo miliardo di vecchie lire in tangenti pagate a Dc e Psi costarono l'arresto del titolare. La parabola sembrava esser terminata nel 2001 quando l’ingegnere Giuseppe Maltauro, titolare dell’impresa di costruzioni Cosma, si tolse la vita. A quanto pare la storia della famiglia vicentina non è finita qui.

Chi è l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro

E se il 58enne Enrico Maltauro non è sconosciuto alle inchieste giudiziarie, l'impresa che porta il suo nome conosce molto bene le grandi opere del Paese. Il Gruppo Maltauro si occupa di lavori infrastrutturali, strade, gallerie, aeroporti, parcheggi, ferrovie. Lo scorso anno ha realizzato volumi per 450milioni di euro e dichiarando un portafoglio lavori pari a 2,8 miliardi di euro (con 1.700 addetti e un patrimonio netto di 71 milioni di euro) ha in programma di arrivare al 2016 con più del 50% del fatturato sui mercati internazionali. Attualmente ha vinto la gara per la costruzione del nuovo Museo del Novecento M9 di Mestre e a fine 2013 Regione Veneto gli ha affidato la concessione in project financing per la progettazione e realizzazione della Padana Inferiore. Nel 2007 si aggiudica i lavori lungo la Tav Milano -Verona per 500milioni di euro. La Maltauro era riuscita ad ottenere una quota del 12% per la realizzazione della tratta Alta velocità che avrebbe collegato il capoluogo lombardo alla città veneta. I piani però saltano per un decreto legge emanato dal Governo Italiano che improvvisamente revoca la concessione rilasciata dalle Ferrovie dello Stato alla società TAV. Attualmente si tratta di un'opera incompiuta e a tratti controversa: a fine lavori 31 comuni lombardi e 4 veneti saranno attraversati dall'alta velocità. La prima parte, completata nel 2009, ha permesso l'apertura del tratto fra la stazione di Milano Lambrate e di Treviglio. La tratta Treviglio – Brescia è invece ancora in costruzione, i lavori realizzati sino ad oggi non superano il 30% e il termine è previsto per novembre 2016. Da qualche settimana hanno preso il via i cantieri sul Comune di Brescia (costo totale: 2miliardi e 50milioni di euro) che oggi si limitano a recinzione. Entro poche settimane 30 famiglie dovranno lasciare le proprie abitazioni per permettere ai costruttori di completare la linea ferroviaria ad alta velocità diretta a Verona. Dovranno lasciare le case di proprietà che verranno rase al suolo in nome del progresso ferroviario. In compenso potranno raggiungere Milano o Verona in metà tempo.

Gli appalti del gruppo Maltauro

Oggi i lavori del Gruppo Maltauro interessano per 60% suolo italiano e il restante 40% territorio estero: Kenya, Libia, Capo Verde e Tanzania. Nel Bel Paese i poli principali si trovano in nord e centro Italia, oltre che in Sardegna per un volume d'affari pari a 90milioni di euro. Il Politecnico di ingegneria di Milano, la nuova sede dell’Api Petroli della capitale lombarda e la diga di Maccheronis di Nuoro sono solo alcune delle grandi opere realizzate dall'impresa. Per la Roma Metropolitane Srl dal settembre 2008 al settembre 2011 ha realizzato lo Snodo Termini progettando e realizzando l'adeguamento delle linee Metro A e Metro B. L'importo del lavoro: circa 41milioni di euro. In Sicilia, nell'isola di Pantelleria, il Gruppo Maltauro ha ampliato e ristrutturato l'aeroporto aggiudicandosi l'appalto dell'E.N.A.C., l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile per un totale di 18milioni di euro. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal Tribunale di Milano che ha portato in carcere l'amministratore delegato del Gruppo Maltauro, per gli appalti Expo 2015 Enrico Maltauro in concorso con altri avrebbe ripetutamente agito in turbativa di procedure di gara non solo per l'esposizione universale ma anche per l’appalto da 98 milioni dell’impianto di stoccaggio nucleare di Saluggia, in provincia di Vercelli, e diversi appalti sanitari in tutta la regione per oltre 323 milioni di euro. La base logistica dell'associazione? Il Centro Culturale Tommaso Moro di Milano: venivano definite qui le strategie di intervento sugli enti pubblici, in questo luogo simbolo della cultura meneghina i componenti stabilivano la quantità di denaro da utilizzare per corrompere pubblici ufficiali e quali contatti era bene intrattenere con gli esponenti della politica.

Da quanto emerge dalle perquisizioni della Direzione Investigativa Antimafia, Enrico Maltauro aveva un ruolo fondamentale: era lui la testa. «Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati per consentire ad Expo di ripartire al più presto», ha sottolineato a seguito dell'arresto il procuratore di Milano Bruti Liberati. E mentre la capitale morale del Paese a meno di un anno dall'inaugurazione di Expo 2015 cerca di scacciare la nuova aria di Tangentopoli che si respira in città, rimangono i dubbi sulle altre grandi opere italiane e straniere a firma Maltauro.

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