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Expo 2015, Maltauro vuota il sacco: “Ecco come la cupola manovra gli appalti”

L’imprenditore capo dell’omonimo gruppo imprenditoria, arrestato la scorsa settimana, ha oggi spiegato ai pm durante l’interrogatorio di garanzia come veniva gestito il sistema delle tangenti per gli appalti di Expo 2015 Milano.
A cura di Antonio Palma
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Durante l’interrogatorio del Pm Claudio Gittardi l’imprenditore Enrico Maltauro avrebbe ricostruito in modo dettagliato il sistema delle tangenti su Expo 2015 che la sua impresa di costruzioni  sarebbe stata costretta a pagare per ottenere alcuni appalti che sono al centro dell’inchiesta della Procura di Milano. Dalle poche notizie trapelate dell’interrogatorio durato circa nove ore, emerge che l’imprenditore avrebbe ammesso di aver versato denaro in cambio di appalti. Maltauro nel ricostruire come si muoveva quella che è stata definita una vera e propria cupola, avrebbe affermato che quella che ha vissuto è un’esperienza simile a quella di Mani pulite. Anche allora come oggi infatti l’imprenditore accusato di aver pagato tangenti, collaborò con i magistrati.

Enrico Maltauro nega l'associazione a delinquere –  L'imprenditore aveva già ammesso i fatti che gli venivano contestati davanti al Gip non negando quindi di aver versato oltre 400mila euro per ottenere alcuni appalti che erano gestiti  dalla cosiddetta “cupola”, di cui fanno parte Primo Greganti, Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo. L’uomo però continua a negare di aver fatto parte dell’associazione a delinquere, ma di aver pagato solo perché è questo era il sistema. Sono sei le persone arrestate la scorsa settimana grazie all'inchiesta della procura di Milano che ipotizza che in Lombardia esistesse una “cupola per condizionare gli appalti” con appoggi e protezioni politiche e la promessa di avanzamenti di carriera a dirigenti e pubblici ufficiali. Intanto, sul fronte delle indagini, ancora apertissimo, i pm milanesi, che ancora devono dare il parere sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata da Paris (ha fatto istanza di interrogatorio) e Frigerio (per lui non sono ancora arrivati gli esiti degli accertamenti medici disposti dagli inquirenti per valutare se le sue condizioni di salute sono compatibili con il carcere), hanno depositato il ricorso al Tribunale del Riesame contro il rigetto da parte del gip dell'arresto di altre 12 persone. Tra questi ci sono i nomi di Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, i due ex manager di Sogin, la società a partecipazione pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari in Italia, e anche di Giovanni Rodighiero, ritenuto il fedelissimo Frigerio.

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