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Etiopia, rilasciato il cooperante italiano Alberto Livoni: è in buone condizioni

Alberto Livoni, il cooperante italiano dell’ONG VIS, è stato rilasciato ed è in buone condizioni: a rendere nota la liberazione del 65enne è stata la stessa organizzazione non governativa.
A cura di Davide Falcioni
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Alberto Livoni, il cooperante italiano dell'ONG VIS (Volontariato internazionale per lo sviluppo) trattenuto dal 7 novembre in stato di fermo in Etiopia, è stato rilasciato ed è in buone condizioni: a rendere nota la liberazione del 65enne è stata la stessa organizzazione non governativa per cui lavora come "responsabile paese": "Finalmente siamo lieti di comunicare il rilascio del nostro collega, trattenuto in stato di fermo in Etiopia negli scorsi giorni. L'operazione, condotta dall'Ambasciata Italiana in Etiopia, a cui va il nostro ringraziamento per l'instancabile impegno, ha portato oggi (ieri, ndr) a rilasciare l'operatore Vis italiano in buone condizioni. Restiamo in apprensione per i due operatori Vis locali ancora trattenuti in stato di fermo, continuiamo a seguire la loro situazione auspicando anche per loro l'immediato rilascio", scrive la Ong.

Il fermo di Livoni era stato compiuto dalla polizia etiope nella sua casa ad Addis Abeba; gli agenti avevano fatto irruzione e assieme a lui avevano portato in commissariato due operatori dello staff locale del VIS, una Ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del Tigrai. A Livoni, in particolare, era stata contestata la cessione di una valigetta contenente un milione di birr – una somma pari a circa 20 mila dollari – con il sospetto che il denaro servisse ad aiutare i guerriglieri tigrini. Il 65enne italiano era stato condotto in un posto di polizia di Addis Abeba e lì era stato sottoposto a degli interrogatori. Una fonte del VIS, interpellata da Fanbpage.it, aveva nei giorni scorsi confermato che l'uomo era in buone condizioni: "Non escludiamo che possa aver circolato per il paese con delle somme di denaro, cosa che d'altro canto fa parte dei suoi doveri, non ci sarebbe nulla di strano". Le indagini hanno poi accertato che Livoni non ha impiegato soldi per erogare finanziamenti illeciti.

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