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Emilio Fede condannato: diffamò Imane Fadil

In un editoriale del Tg4 aveva accusato la ragazza di aver tentato di estorcergli 50 mila euro in cambio del silenzio sulle cene di Arcore. Ma era tutto falso, secondo quanto stabilito dal Tribunale di Torino.
A cura di Biagio Chiariello
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Non c’è pace per Emilio Fede: dopo la condanna a sette anni al processo Ruby bis, l’ex direttore del Tg4 ora dovrà pagare dieci mila euro di multa e un risarcimento provvisionale immediato di 40mila euro per diffamazione aggravata a mezzo stampa ai danni di Imane Fadil, fotomodella marocchina di 29 anni, già parte civile nel processo penale per le cene ad Arcore. Fede aveva accusato la ragazza, in un editoriale del Tg4, di aver tentato di estorcergli 50 mila euro in cambio del silenzio sui presunti festini nelle residenze di Berlusconi.

In più, il giornalista aggiunse che la Fadil aveva detto ai pm milanesi “falsità pericolose”. Da lì la querela. E il giudice del tribunale di Torino, Ivana Pane ha sentenziato che Fede mentì su tutti i fronti. La richiesta della modella era in realtà molto più alta: 300 mila euro. “Sono contenta – confida Imane dopo la sentenza – non volevo vendette ma solo giustizia perché mi ha molto amareggiata essere stata definita colpevole di un’estorsione da Fede. Lui ha messo in piazza le mie difficoltà familiari ed economiche. Quando avevo perso il papà da poco, lo avevo confidato a Fede, a una cena. Anche mio fratello era malato e io ne soffrivo molto. Lui ha usato la mia confidenza per infangare in pubblico me e la mia famiglia”. La causa sul risarcimento si terrà in sede civile, ma Fede, che non si è presentato in udienza, ha già annunciato che impugnerà la sentenza di condanna.

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