Due anni fa le alluvioni in Emilia-Romagna, il ricordo di chi c’era: “Tutto è appeso a un filo”

"Pioveva di continuo, ma mai mi sarei immaginato una catastrofe del genere". Una frase che riecheggia e rimbomba nella testa di molte delle persone che hanno vissuto in prima persona quelle giornate infernali, quando l'acqua ha devastato famiglie, città e campagne.
Nel maggio del 2023, la popolazione dell'Emilia-Romagna viveva una delle fasi più tragiche della sua storia: 17 vittime e un picco di circa 36.600 sfollati, causati dalle estreme condizioni climatiche. Sono stati 44 i comuni coinvolti dal cataclisma, tra cui le province di Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Reggio-Emilia e Rimini e ben 23 i fiumi a esondare e a provocare numerosi allagamenti.
A 2 anni di distanza dalle terribili inondazioni, la situazione rimane preoccupante: nella notte di martedì scorso, un violento temporale si è abbattuto su Forlì. In appena 3 ore è caduta una quantità di pioggia che si registra solitamente in un intero mese. L'evento ha suscitato preoccupazione e paura tra i residenti, che hanno effettuato oltre 200 chiamate ai Vigili del Fuoco, intervenuti in più di 70 occasioni.

Il racconto delle alluvioni
"Ho provato un grandissimo senso d'impotenza" racconta l'ingegnere sanmarinese Luca Giacomoni, 62 anni, residente a Cesena. Ricordando quei momenti, in particolare quanto successo martedì 16 maggio 2023, l'uomo ripercorre quello che è stato un vero e proprio incubo: solo nel cesenatico si sono verificate tra le 800 e le 900 frane, con 900 tratti di strada chiusi.
Durante l'alluvione, l'uomo si trovava a casa sua, in collina, dove, fortunatamente, i danni sono stati limitati. Nonostante ciò, è stata tanta l'apprensione per chi si è trovato in grave difficoltà: "Ad un certo punto sono saltate le linee telefoniche e in alcune zone anche l'elettricità, motivi che hanno reso impossibile contattare i propri cari. Ero molto preoccupato per i miei amici".
Giacomoni descrive l'intensità della pioggia caduta quel giorno, che ha provocato lo straripamento del fiume Savio. Da lì in poi la situazione è degenerata, anche se non sono mancati i soccorsi: "Mi è rimasta dentro la sensazione incredibile del rumore dei motori e delle pale degli elicotteri per la notte di martedì e di mercoledì. Giovedì, invece, – continua l'uomo – i velivoli hanno portato cibo e medicine agli abitanti delle zone collinari".

La voglia di reagire e di aiutare
"Come possiamo dare una mano in tutto questo casino?" si sono domandati Giacomoni e la moglie al termine della tragedia. Inizialmente, la coppia ha portato vestiti, generi alimentari e prodotti di pulizia nei centri di raccolta, poi l'uomo ha avuto l'idea di scrivere un libro per raccogliere le testimonianze di chi aveva visto e vissuto le alluvioni sulla propria pelle e per devolvere il ricavato direttamente agli alluvionati. "Il coinvolgimento emotivo è stato notevole: non ho mai pianto così tanto per cose che non sono capitate direttamente a me" ha confessato il 62enne.
Oltre al libro, è stato realizzato un docu-film, che è stato riprodotto in alcune sale della regione. "La cosa più bella è stata sentire una gran voglia di ricominciare. Persone che avevano perso tutto mi hanno dimostrato una speranza senza fine e una grandissima volontà di aiutare i più bisognosi".
Ad un certo punto, i contributi ricevuti erano talmente tanti da essere difficilmente gestibili, così, lo scorso agosto, Giacomoni ha deciso di dare vita ad un'associazione no profit, che ha chiamato: "Anime nel fango". Oggi, i soci sono più di 220 e continuano a crescere. Tra gli altri, c'è anche un membro onorario d'eccezione ossia il pilota di Formula 1 Yuki Tsunoda, che, a maggio del 2023, era venuto in Italia per aiutare gli alluvionati di Faenza in qualità di volontario.

I disagi delle persone non sono finiti
L'alluvione è passata, ma restano irrisolti alcuni problemi: c'è chi non può rientrare a casa, perché distrutta dalle frane oppure perché dichiarata inagibile. Per aiutare chi si trova in queste situazioni, il Governo ha stanziato un fondo di 3,9 miliardi di euro, di cui circa un miliardo per le casse integrazioni e gli ammortizzatori sociali.
Per la stessa ragione, Giacomoni si è detto determinato a raccogliere quanti più soldi possibili per donarli a chi si trova ancora in difficoltà: "Abbiamo donato delle tessere prepagate Conad da 32.500 euro a 65 famiglie" ha detto il 62enne.
I ricordi dei disastri naturali che hanno colpito l'Emilia-Romagna sono ancora scolpiti nella mente di coloro che si sono trovati inermi, in balia di un evento che mai si era immaginato possibile. "In quei momenti ti accorgi che tutto quello che ritieni essere normale è appeso ad un filo. Basta un niente per vederlo cambiare" ha ammesso Giacomoni, che ha aggiunto: "Non ha prezzo vedere gli occhi commossi delle persone, che ti sorridono e ti abbracciano. È un qualcosa che ti entra nell'animo e ti rimane per sempre".