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“L’Italia ha pagato un riscatto per la liberazione di Domenico Quirico”

Secondo quanto scrive il sito americano Foreign Policy, il negoziatore avrebbe consegnato personalmente i soldi – ben 4 milioni di euro – ai rapitori in una zona di frontiera tra Libano e Siria.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scorso 11 settembre il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, aveva negato il pagamento di un riscatto per la liberazione del giornalista Domenico Quirico. Oggi però è l'autorevole sito americano Internet Foreign Policy a riferire che le cose sono andate diversamente. L'Italia avrebbe tirato fuori ben quattro milioni di dollari per il giornalista de La Stampa e il docente belga Pierre Piccinin rimasti prigionieri di banditi in Siria per 152 giorni. Il sito web, nell'articolo intitolato “The italian job”, cita il negoziatore che avrebbe preso parte al rilascio, un membro della coalizione di oppositori siriani, consegnando personalmente il denaro ai rapitori in una zona frontaliera tra Libano e Siria. La Farnesina per adesso non commenta l'indiscrezione mentre l’ambasciata d’Italia a Beirut, contattata da Foreign Policy, aveva in precedenza smentito la notizia relativa al riscatto.

Nell’articolo in questione, il sito USA racconta della testimonianza di un membro della coalizione nazionale siriana, Motaz Shaklab, che afferma di essere stato contattato per intercedere per il rilascio dei due ostaggi. "Ho visto i soldi con i miei occhi. Ed ero presente quando sono stati consegnati ai rapitori", afferma Shaklab. La cifra iniziale sarebbe stata molto più alta, sembra 10 milioni, ma dopo una strenua trattativa è stato possibile abbassarla, anche perchè rispetto ad un primo momento in cui i rapitori si erano giustificati affermando che Quirico e Piccinin erano spie europee, alla fine ammisero che li avevano rapiti per difficoltà economiche. I due sono stati liberati l'8 settembre. E' giusto ricordare che nelle mani di miliziani, in una non meglio precisata località siriana, resta invece da luglio scorso Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano per decenni residente in Siria.

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