Dipendenti pubblici: più controlli sulle assenze, ma resta il reintegro

Maggiori controlli sul rendimento lavorativo e sulle assenze e procedimenti disciplinari più facili nei confronti dei dipendenti pubblici, ma, come ha spiegato il Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, "è evidente che il Jobs act non si applica al pubblico impiego". È questo infatti l'orientamento prevalente del governo in tema di lavoratori pubblici e che finirà per differenziare ancora di più le legislazioni tra lavoratori del pubblico e del privato. In particolare sui temi del licenziamento il Ministro Madia spiega che quando un licenziamento disciplinare risulta illegittimo non si può applicare solo l’istituto dell’indennizzo, come sarà invece per i contratti privati e l’entrata in vigore del Jobs Act, ma bisogna prevedere il reintegro del lavoratore. "Il Jobs act non si applica al pubblico impiego, è un provvedimento per il settore privato" ha sottolineato infatti il Ministro, aggiungendo: "Secondo me bisogna prevedere sempre il reintegro. Anche perché c’è un rischio di spoil-system di tipo politico che in un’azienda privata non c’è".

Gli emendamenti

Tra gli emendamenti depositati in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama dal relatore della delega sulla Pubblica amministrazione, Giorgio Pagliari del Pd, però spuntano anche altri provvedimenti destinati a far discutere. In particolare uno degli emendamenti limita la responsabilità dei dirigenti statali agli atti di sola gestione, escludendola per quelli che sono attuazione di un indirizzo politico. In altre parole i dirigenti pubblici non potranno più essere ritenuti responsabili di danni erariali provocati dalle scelte politiche di chi li indirizza. Ad ogni modo, come assicura Madia, "I procedimenti disciplinari nel pubblico impiego avranno una normativa che ne consente in modo concreto e rapido l'esercizio con un criterio di delega che rafforzi la normativa in modo che non ci siano blocchi al procedimento".