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Difende le coppie gay pubblicamente: prete allontanato dalla curia di Milano

Sacerdote allontanato perché difendeva le coppie gay pubblicamente. E’ quanto denuncia don Mario Bonfanti, 41enne di Perego (Lecco), ma la motivazione ufficiale comunicata è inerente ad una “convenzione scaduta”.
A cura di Carmine Della Pia
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Don Mario Bonfanti

Don Mario Bonfanti, sacerdote della comunità brianzola di Perego, è stato diffidato dalla curia di Milano. Il motivo? Le sue posizioni considerate "scomode", dalla difesa delle coppie gay, ai sacramenti a favore dei divorziati. Questa, ovviamente, è l'accusa della parte offesa, perchè nella nota scritta dal monsignor Bruno Molinari, vicario episcopale per la zona pastorale di Lecco, con cui don Mario viene allontanato, si legge soltanto: "Il vicario episcopale della zona pastorale di Lecco comunica al direttivo, al consiglio pastorale e ai fedeli della comunità pastorale ‘Sant'Antonio Abate' costituita fra le parrocchie di Rovagnate, Sant'Ambrogio in Monte, Perego e Santa Maria Hoè che a far data dal primo marzo 2012 si è conclusa la convenzione tra le diocesi di Milano e di Ales Terralba in forza della quale dal primo ottobre 2007 don Mario Bonfanti era stato nominato vicario della suddetta comunità".

Il prete che sostiene le coppie gay – Dal primo marzo, quindi, la curia di Milano ha sciolto la convenzione con la diocesi sarda di Ales Terralba, la stessa che permetteva a don Mario Bonfanti di svolgere le sue attività a Perego. "A lui si esprime riconoscenza per il ministero svolto in questi anni e l'augurio per i nuovi compiti pastorali che il suo vescovo gli affiderà", si legge a conclusione della nota che sancisce l'allontanamento del sacerdote 41enne nato a Pagnano di Merate (Lecco).La lettera, nonostante la formalità, nasconderebbe i reali motivi per cui Don Mario sia stato diffidato. Alla curia non sarebbero piaciute le opinioni di Don Mario, che ha sostenuto più volte le unioni gay pubblicamente, anche su Facebook. Sul social network, il sacerdote aveva condiviso un link pubblicato da Amnesty International il 14 febbraio scorso. La nota diceva: "Ogni giorno, anche in Europa, alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate viene negato il diritto alla libertà di espressione, di riunione e di manifestazione". A commento del link, don Mario aveva proseguito scrivendo: "Purtroppo questo capita anche in Italia…specie nella Chiesa".

Il dissenso della comunità e la rabbia dei parenti di don Mario – I familiari di don Mario e la comunità brianzola sono sul piede di guerra. "Siamo i familiari di don Mario", scrivono i genitori, "non possiamo tacere davanti a questa ingiustizia subita da nostra figlio. Neanche il peggior criminale viene condannato negandogli il diritto di difendersi e voi uomini di Chiesa dovreste essere ben lungi da questi comportamenti. Avete, invece, tramato alle sue spalle. Lo avete trattato come un cane senza rispetto e dignità". Don Mario, intanto, spera che i lettori del suo profilo Facebook e, soprattutto, le persone che fanno parte della sua comunità riescano a far sentire la propria voce, per denunciare pubblicamente l'ingiustizia subita.

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