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Diciotti, presunti scafisti a bordo della nave: fermate quattro persone

La Polizia sta eseguendo quattro decreti di fermo nei confronti di tre cittadini egiziani e di uno del Bangladesh, ritenuti i presunti scafisti che hanno condotto l’imbarcazione con a bordo gli immigrati poi soccorsi dalla Diciotti e quindi sbarcati in Sicilia. Tra i reati contestati, anche quello di violenza sessuale.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano le polemiche intorno alla nave Diciotti della Guardia Costiera, da giorni al centro delle cronache e del dibattito politico. Dopo lo sbarco sul territorio italiano dei 130 migranti che ancora ospitava, la Polizia sta eseguendo quattro decreti di fermo nei confronti di tre cittadini egiziani e di uno del Bangladesh, ritenuti i presunti scafisti che hanno condotto l’imbarcazione con a bordo gli immigrati poi soccorsi dalla Diciotti e sbarcati in Sicilia.

Ai quattro vengono contestati associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito. Era il 20 agosto scorso quando la nave Diciotti, pattugliatore della Guardia costiera italiana, con a bordo 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto al largo di Lampedusa, è arrivata nel porto di Catania. Nessuno aveva l'autorizzazione a scendere. Permesso poi concesso ai bambini senza accompagnatori e ad alcune donne, che hanno raccontato di essere state violentate quando erano ancora in Libia.

La notte scorsa, tutti i migranti sono potuti scendere dall'imbarcazione e sono stati trasferiti in un centro di accoglienza di Messina in attesa delle destinazioni successive, in base alle disponibilità ottenute dal governo: una ventina in Albania, altrettanti in Irlanda, un centinaio preso in carico dalla Conferenza episcopale italiana, in base all’accordo con il Viminale.

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