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Davide Piampiano ucciso dall’amico durante la battuta di caccia, Piero Fabbri torna libero

Scarcerato con obbligo di firma il muratore 56enne arrestato alla fine di gennaio per la morte di Davide Piampiano nella campagne vicino Assisi. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Firenze che ha accolto la richiesta del difensore.
A cura di Biagio Chiariello
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 Piero Fabbri, l'arrestato nelle scorse settimane per la morte di Davide Piampiano lo scorso 11 gennaio al parco del Subasio, torna libero. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Firenze che ha disposto l'obbligo di firma. L'uomo, 57 anni, è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del ventiquattrenne durante una battuta di caccia nelle campagne di Assisi. Possibile a questo punto anche una rimodulazione dell'ipotesi accusatoria (in omicidio colposo).

"Sono molto contento – ha detto Fabbri per bocca del suo legale, Luca Maori – anche se ho il cuore a pezzi per la morte del mio amico Davide".

Per Fabbri, arrestato lo scorso 27 gennaio e rinchiuso fino ad oggi nel carcere di Capanne, è stato dunque disposto l'obbligo di firma, tre giorni prima dell’udienza del Riesame in programma il 17 marzo. A deciderlo è stato il Gip su conforme richiesta del pm che ha accolto la richiesta del difensore, l’avvocato Luca Maori. Il pm ha chiesto al medico legale se Davide poteva avere qualche possibilità di salvarsi con una chiamata tempestiva dei soccorsi e la risposta è stata negativa.

La tesi sostenuta dalla difesa è che – a prescindere dal comportamento di Fabbri, che non ha allertato subito i soccorsi e tentato di nascondere le sue responsabilità – il 24enne sarebbe morto comunque per le ferite riportate dopo essere stato raggiunto dal colpo di fucile.

Da ricordare come da qualche giorno gli atti dell'indagine siano stati trasferiti al tribunale di Firenze, competente per territorio in quanto la madre della vittima è giudice onorario al tribunale di Spoleto e Firenze è competente per i reati in cui sono coinvolti magistrati di Perugia.

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