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Dati falsi sui contagi Covid, arresti alla Regione Sicilia: modificavano numeri positivi e tamponi

I carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute della Regione Sicilia con l’accusa di aver diffuso dati falsi riguardanti la pandemia di Covid-19 per evitare la zona rossa. Indagato anche l’assessore alla Salute Razza.
A cura di Ida Artiaco
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Terremoto alla Regione Sicilia. I carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione a un'ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Trapani, su richiesta, in via di assoluta urgenza, della procura, nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell'assessorato della Salute della Regione. Gli arrestati, secondo quanto riferito, davano falsi dati sulla situazione epidemiologica a livello regionale, alterando il flusso dei dati riguardante la pandemia di Covid-19 e modificando il numero dei positivi e dei tamponi, diretto all'Istituto Superiore di Sanità, sulla base dei quali adottare i provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus. I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso.

Indagato anche l'assessore alla Salute Razza

Nello specifico, i carabinieri del comando provinciale e del Nas hanno notificato tre provvedimenti di arresti domiciliari a una dirigente generale della Regione e a due suoi collaboratori. L'assessore Ruggero Razza risulta indagato, sul quale "sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave", viene spiegato dagli inquirenti, "è emerso il parziale coinvolgimento nelle attività delittuose del dipartimento". Lo stesso Razza ha rassegnato le proprie dimissioni in tarda mattinata al presidente Nello Musumeci. Ai domiciliari sono andati Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, il braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato. A chiedere il provvedimento sono stati il procuratore facente funzione di Trapani Maurizio Agnello e le sostitute Sara Morri e Francesca Urbani. L’ordinanza di custodia cautelare è del gip di Trapani Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, ma si è poi dichiarata incompetente trasmettendo gli atti a Palermo. Secondo il giudice per le indagini preliminari, ci si trova di fronte a "un disegno politico scellerato".

Dati falsi sui tamponi e positivi per evitare la zona rossa

Secondo quanto ricostruito finora, negli ultimi mesi i dati dei contagi sarebbero cresciuti più volte in modo preoccupante, ma sarebbero stati alterati per evitare che il monitoraggio dell'Iss spingesse la Regione verso misure di contenimento dell'emergenza sanitaria più restrittive. L'indagine è nata per caso. Lo scorso anno i carabinieri indagavano su un laboratorio di Alcamo che avrebbe rilasciato centinaia di tamponi errati, negativi invece che positivi. I pm hanno deciso di fare un approfondimento all’assessorato regionale alla Sanità, attivando alcune intercettazioni, da cui sono emerse le prime conversazioni sospette in cui si parlava di modificare i dati giornalieri dei contagi e dei tamponi. Dal mese di novembre sono circa 40 gli episodi di falso documentati, l’ultimo dei quali risalente al 19 marzo.

Le intercettazioni: "I morti? Spalmiamoli un poco"

Tra gli audio diffusi e relativi all'indagini ce ne è uno in cui l'assessore alla Salute Razza, che ha una conversazione con Maria Letizia Di Liberti, dirigente regionale che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all'Istituto Superiore di Sanità, anche lei indagata per falso. "I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?", chiede lei non sapendo di essere intercettata. "Ma sono veri?", chiede Razza. "Si, solo che sono di 3 giorni fa", risponde. E Razza dà l'ok: "Spalmiamoli un poco". E poi ancora, prosegue l'intercettazione: Di Liberti dice a Razza: "Ah, ok allora oggi gliene do 1 e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene? Ok". "Ok". "Ciao, ci metto questi io".

Palazzotto: "Classe politica pronta a sacrificare tutto"

"Nelle parole intercettate dell'Assessore alla Sanità della Regione Siciliana Ruggero Razza c'è tutta la spregiudicatezza di una classe politica pronta a sacrificare tutto, anche la salute dei cittadini, sull'altare del consenso", scrive in una nota il deputato siciliano Erasmo Palazzotto (LeU). "Esiste un piano giudiziario che non sta a noi commentare, ma ce n'è uno etico e morale che deve andare oltre le dimissioni dell'Assessore. Il Presidente Musumeci deve trarne le conseguenze dopo che lo ha difeso quando a novembre erano emerse già chiaramente le sue responsabilità", continua.

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