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Dal campo profughi in Etiopia alla laurea con lode a Perugia: “Ora sogno un lavoro qui in Italia”

La storia di Kang Bidong Chawach, che grazie al progetto University Corridors for Refugees (UNHCR) dal Sud Sudan è arrivato all’Università degli Studi di Perugia, dove si è recentemente laureato con lode e menzione d’onore: a Fanpage.it racconta la sua storia, tra ricordi e speranze.
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Da sinistra, il Prof. Emidio Albertini, il Dott. Kang Bidong Chawach e la Prof.ssa Mirella Damiani. Foto dell'Università degli Studi di Perugia
Da sinistra, il Prof. Emidio Albertini, il Dott. Kang Bidong Chawach e la Prof.ssa Mirella Damiani. Foto dell'Università degli Studi di Perugia

Quella di Kang Bidong Chawach è una storia di speranza. Dal Sud Sudan al cuore dell’Italia, a Perugia, dove lo scorso febbraio si è laureato. Su facebook, il corso della città sullo sfondo, la foto in abito, sorridente e incoronato d’alloro. Kang Bidong ha frequentato all’Università degli Studi di Perugia il corso di laurea magistrale Agricultural and Environmental Biotechnology, concludendo il percorso con la votazione di 110 e lode e menzione d’onore.

Kang Bidong è giovane, eppure ha un vissuto completamente diverso da quello di un ragazzo italiano della sua età, sulle spalle un pesantissimo bagaglio.

Il neolaureato, infatti, è originario del Sud Sudan, ma sin da adolescente si è dovuto trasferire con la famiglia nella vicina Etiopia, a causa della guerra civile che ha spaccato il Paese. Là, ha vissuto nel campo profughi di Sherkole, che ospita oltre 11,000 persone, principalmente rifugiati da Sudan e Sud Sudan.

Secondo un rapporto pubblicato nel 2022 da Global Rights Compliance Foundation, organizzazione non governativa specializzata nel settore dei diritti umani, sono oltre 2.3 milioni i sud sudanesi che sono fuggiti dal Paese durante la guerra civile ed etnica, dal 2013. Inoltre, 8 milioni di sud sudanesi (su un totale di 11 milioni) “starebbero tutt'oggi affrontando una situazione di grave insicurezza alimentare”.

È stato poi il progetto University Corridors for Refugees (UNICORE), promosso da UNHCR, a permettergli di venire in Italia, attraverso borse di studio appositamente create per far studiare nel nostro Paese giovani rifugiati provenienti dai campi profughi, per dar loro una chance di esercitare il proprio diritto allo studio.

Kang Bidong ha raccontato a Fanpage.it la sua storia. Una storia di privazioni e di guerra, di precoce maturità e, finalmente, di possibilità di riscatto tramite lo studio.

Foto: Kang Bidong Chawach
Foto: Kang Bidong Chawach

Sei nato in Sud Sudan, poi a causa della guerra ti sei dovuto spostare in Etiopia, dove per anni hai vissuto in un campo profughi.

Io sono sud sudanese, però nel 2014 ci siamo dovuti trasferire in Etiopia a causa dello scoppio del conflitto civile ed etnico, alla fine dell’anno prima. In Etiopia eravamo rifugiati e vivevamo nel campo profughi di Sherkole, vicino al confine occidentale con Sudan e Sud Sudan.

Nel campo sopravvivevamo grazie al sostegno del World Food Programme e dell’UNHCR. Mi ricordo di aver dovuto letteralmente difendere la razione di cibo o le cose che ci davano le organizzazioni internazionali.

Sei però riuscito a studiare e a laurearti. Un percorso che si è da poco concluso con la cerimonia di proclamazione all’Università degli Studi di Perugia.

Nel 2019 ho preso la laurea triennale in Etiopia, presso l’università di Asosa. Ho studiato Biologia Applicata grazie a un progetto accademico di sostegno allo studio chiamato Albert Einstein.

Sono venuto a sapere del progetto UNICORE (University Corridors for Refugees) dall’UNHCR, nel campo, e sin da subito sapevo che avrei voluto partecipare. Il mio obiettivo era, e tuttora è, quello di migliorare in tutti i modi la mia conoscenza e preparazione, quindi un master in Europa mi sembrava l’occasione perfetta. Ho partecipato alla selezione (sono state più di 40 le candidature ricevute dall’Ateneo perugino) e sono rientrato. È stata una bellissima esperienza, sarò grato per sempre al progetto, all’università e alla stessa città di Perugia, perché mi ha dimostrato una grande capacità di integrazione e accoglienza.

Ho molto apprezzato il sistema educativo italiano, e ancor di più il rispetto dei diritti umani. Ovviamente mi sono anche innamorato del cibo italiano, della pizza margherita soprattutto.

Con la discussione della tesi dal titolo "Double Haploids Production in pepper (Capiscum annuum)", relatore il professor Emidio Albertini, hai concluso il tuo percorso di studi. Cosa ti aspetta ora?

Innanzitutto, per ora vorrei restare in Italia e cercare un lavoro qua. Idealmente, in futuro, il mio sogno è quello di tornare a casa e aprire una società nel settore della biotecnologia, in Sud Sudan. Pian piano la situazione sul piano della sicurezza nel mio Paese si sta stabilizzando, ma è un processo molto lento; dal punto di vista economico, poi, il quadro è tremendo, sarebbe impossibile per me tornare ora e pensare di trovare un lavoro là.

Foto: Kang Bidong Chawach
Foto: Kang Bidong Chawach

“L’intera comunità dell’Università degli Studi di Perugia celebra il successo del Dott. Kang Bidong Chawach, al quale rivolgo le mie personali congratulazioni per un futuro che, non ne dubito, sarà ancora più ricco di soddisfazioni, insieme a un grande ringraziamento per averci dimostrato una volta di più che merito e competenza non hanno confini e non dipendono dalle circostanze, se solo si tende una mano in aiuto del più debole”.

In una nota dell’università, il Magnifico Rettore Prof. Maurizio Oliviero si è congratulato con lo studente per i risultati ottenuti e la volontà dimostrata, sottolineando l’importanza dell’esistenza di progetti simili, poiché “l’accesso all’istruzione superiore è condizione imprescindibile per il diritto allo studio, strumento fondamentale di pace e di giustizia sociale”.

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