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Da Brindisi a Roma, in piazza contro le mafie: “Vigliacchi, non abbiamo paura”

Migliaia le persone che hanno manifestato al Pantheon contro mafia e terrorismo. Nessuna certezza sui mandanti dell’attentato alla scuola “Falcone-Morvillo”, ma tanta voglia di far sentire la propria voce: “Riusciremo a cambiare questo Paese. Questa piazza lo dimostra, è un simbolo di speranza”
A cura di Enrico Nocera
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Manifestazione Roma

In piazza contro tutte le forme di terrorismo, non solo quello mafioso. A Roma, come in molte altre città italiane, raramente si è visto un movimento di cittadini così veloce e spontaneo: migliaia di persone sono scese in strada dopo la morte della sedicenne Melissa Bassi, uccisa dall'esplosione che ha sconvolto Brindisi questa mattina. Di certezze ce ne sono ancora poche, prima fra tutte quella relativa ai mandanti e agli esecutori dell'attentato. Pista mafiosa, stragismo o follia individuale, nessuno può dirlo con sicurezza. Quel che conta è la partecipazione di chi vuole dare la sveglia a un Paese che rischia di morire nel sonno.

MISTERI D'ITALIA – La parola “verità” viene gridata più volte: dalla strage di Piazza Fontana a quella di Capaci; dall'attentato del treno Italicus all'esplosione nella stazione di Bologna. Un triste filo rosso di cui, si spera, Brindisi non diventi l'ennesimo punto oscuro. In molti parlano di mafia, altri ragionano in modo diverso, spiegando che nessun mafioso avrebbe mai interesse a colpire una scuola, attirando sul proprio territorio l'attenzione mediatica nazionale. Un confronto destinato a continuare fino a che le indagini della magistratura non approderanno a risultati concreti. Il senso di scoramento è forte, la sfiducia nelle istituzioni altrettanta. Chi è in piazza conta anzitutto sulle proprie forze: “Dobbiamo cambiare questo Paese, e ci riusciremo – professa fiducioso Marco, dell'associazione Tilt – in poche ore abbiamo portato in piazza migliaia di persone. Un bel segnale di speranza”.

EDUCARE ALLA LEGALITÀ – Ma come cambiare un Paese dove società e istituzioni tendono a essere sempre più lontane? L'obiettivo, secondo Alberto, dell'associazione DaSud, dev'essere l'educazione: “Parlare della storia contemporanea all'interno delle scuole. Far capire cos'era e cosa è diventato questo Paese. La mafia, il terrorismo, le stragi, non devono essere più argomenti tabù per i giovani. Solo così è possibile instaurare una diversa forma di cultura, che significhi legalità”. In piazza, con le associazioni (Tilt, DaSud, Libera, Uds, Udu, Popolo Viola, Associazione Stampa Romana e tante altre), anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, alcuni assessori comunali e regionali, i delegati sindacali della Cgil, Cisl e Uil Lazio, e alcuni gruppi extraparlamentari. Grande assente, la politica, a parte alcuni: “Ci hanno detto che il ministro Cancellieri andrà a Brindisi solo lunedì – chiosa una manifestante – questo ci dispiace molto. Sarebbe stato un gesto simbolico molto forte andarci subito”.

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